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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Mille “buoni Ikea”? No, è una truffa: cestinate subito

21 de Maio de 2020, 21:26, por Il Disinformatico

Mi stanno arrivando moltissime segnalazioni di un’apparente offerta di “1000 buoni del valore di Fr. 250” che porta il marchio Ikea. È una truffa: non cliccate sul link e non inoltratelo a nessuno. Tio.ch ha già pubblicato un avviso in proposito.

Ho provato ad approfondire simulando il comportamento di una vittima per vedere dove va a parare questo raggiro: ovviamente non si tratta di IKEA, anche perché il sito citato dal messaggio è lkea (L-K-E-A) punto S5S5 punto club.

Già questo dovrebbe far diffidare totalmente: IKEA non fa le proprie promozioni appoggiandosi a siti con nomi farlocchi come S5S5.club. E il nome scritto appositamente in modo ingannevole (con la L minuscola per far credere che sia una I) dovrebbe già far capire oltre ogni dubbio che si è di fronte a un impostore.

Se si clicca sul link (non fatelo), si arriva a questa schermata:



Cliccando sul “sondaggio” si arriva a questo invito a condividere la sedicente offerta di “buoni” con altri 20 amici su WhatsApp (non fatelo).



Cliccando poi su Continua si viene portati a un girotondo di redirect da un sito all’altro: ho fatto in tempo ad annotare un http://trackout punto business/?_lp=1. Nel mio caso sono finito qui: una finta pagina di notizie che promuove bitcoin rubando immagini della rete televisiva britannica ITV.



Tutti i link su questa pagina portano a un sito che promuove “Bitcoin Era”, una sorta di investimento in bitcoin per arricchirsi miracolosamente:



Il sito chiede di immettere nome, cognome, numero di telefono e indirizzo di mail. Se lo si fa (non fatelo), si arriva a questa schermata:



Da qui si viene portati a questa schermata, che chiede di immettere i dati della propria carta di credito:



Non posso dire nulla sulla reputazione di Excentral-int.com, dove sono arrivato, ma per il modo in cui ci sono arrivato non immetterei qui nemmeno la carta di credito scaduta di uno sciachimista torturatore di pangolini:



La richiesta minima è 250 euro. La scritta in piccolo dice:

SPINELBRIDGE SERVICES LTD, registered address 4 Andrea Zappa & Makedonon, Limassol 4040, Cyprus
Hilfe oder Bestätigung zu einer versuchten Transaktion erhalten Sie bei den Kundendienst.

Zur Beachtung: Je nach Ihrer Bank könnte diese Transaktion als Bargeldauszahlung behandelt werden. Excentral EUR übernimmt keine Verantwortung für etwaige Bargeldauszahlungsgebühren in Zusammenhang mit dieser Transaktion. Die Transaktion wird auf Ihrer Kreditkartenabrechnung erscheinen als Excentral, falls auf Ihrer Transaktionsbestätigung nicht etwas anderes angegeben ist.


Siamo arrivati a una società registrata a Cipro: questi sono i suoi dettagli secondo Opencorporates.com. Nulla a che vedere con Ikea. Dareste 250 euro o più a degli sconosciuti che avete incrociato tramite una finta promozione di Ikea? Appunto. Cestinate e dite di cestinare.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Storie di Scienza: se entri nel teletrasporto, quello che ne esce sei tu o è una copia e tu sei morto disintegrato?

17 de Maio de 2020, 8:01, por Il Disinformatico

Ultimo aggiornamento: 2020/05/17 12:40.

Upload è una bella miniserie comica di Amazon che parte da una premessa bizzarra: un futuro non troppo lontano nel quale è possibile uploadare la propria personalità in un server e quindi continuare ad esistere dopo la morte fisica. Una sorta di aldilà digitale, con la complicazione surreale che il software non funziona sempre molto bene ed è gestito da alcune mega-aziende che puntano solo al profitto, per cui esistono aldilà separati per ricchi (in alta risoluzione, con riproduzione completa di tutti i sensi) e per i poveri (a bassa risoluzione e sensi limitati).

Da uploadato VIP hai l’assistenza clienti, puoi comunicare con i vivi, persino assistere al tuo stesso funerale e fare sesso con i non uploadati che usano una tuta di realtà virtuale integrale (non molto efficace).

Le gag visive sono geniali, specialmente per gli informatici, gli attori sono bravi (il fattorino dell’albergo principale è impagabile) e la storia è vivace, tenera e allegra, ma non mancano le riflessioni amare. Anche in Paradiso ci sono gli acquisti in-app, e se finisci il tuo credito o la tua quota di giga mensili, sei tagliato fuori e finisci in una sorta di limbo fino al mese successivo. Se nessuno paga più per il tuo account, puoi essere cancellato. E chi ti paga l’account è, a tutti gli effetti, tuo padrone per sempre.

La premessa di Upload pone anche una domanda interessante dal punto di vista scientifico e, oserei dire, filosofico: ammettiamo che sia possibile fare una scansione perfetta della mente di un essere umano e ospitare quella scansione in un ambiente virtuale. Vista dall’esterno, la copia apparirebbe in tutto e per tutto come una continuazione dell’originale: stessi ricordi, stessi talenti, stesse passioni, stessi modi di fare. Ma come sarebbe, invece, vista dall’interno?

Non voglio fare spoiler di Upload, per cui mi limito a dire che per motivi tecnici una volta uploadati non si può più essere reintegrati in un altro corpo o nel proprio, per cui non c’è il problema di creare duplicati e la personalità esiste in un solo esemplare. Per evitare di guastarvi alcune sorprese sposto la domanda su un terreno analogo nel quale non rischio spoiler: il teletrasporto di Star Trek.

Anche nel teletrasporto, per come viene “spiegato” nell’universo immaginario di Star Trek, abbiamo una scansione della persona, che viene trasformata in energia e trasmessa altrove per essere ricomposta in materia.* Vista da fuori, la persona che emerge dal teletrasporto è la stessa che vi è entrata: tutto è identico, fino all’ultimo atomo e fino all’ultimo pensiero. Ma vista da dentro?

* Secondo lo Star Trek: The Next Generation Technical Manual, il teletrasporto usa degli scanner molecolari per scansionare il soggetto e convertirlo in un “flusso di materia subatomicamente disgiunta”, ossia i legami fra i singoli atomi vengono spezzati e le particelle disgiunte vengono inserire in un “buffer di schemi”, nel quale rimango per un breve istante prima di essere trasmesse a destinazione. Nella Serie Classica di Star Trek, il teletrasporto converte la materia in energia e trasmette quell’energia per poi ricomporla in materia (The Squire of Gothos: “TRELANE: We, meaning I and others, have, to state the matter briefly, perfected a system by which matter can be transferred to energy and back to matter again. KIRK: Like the transporter system aboard the Enterprise.”).


Cosa mi garantisce che entrando nella cabina del teletrasporto io non sarei invece disintegrato permanentemente, mentre dall’altra parte esce un perfetto duplicato che è convinto di essere me? In Star Trek questo è esattamente quello che succede in almeno un paio di episodi (The Enemy Within/Il duplicato, TOS; Second Chances/Duplicato, TNG) e non mancano altri problemi. In Upload, se mi sottopongo al procedimento in punto di morte, vengo davvero uploadato o semplicemente viene creata una copia di me, convinta di essere me, ma io, il vero io, l’originale, crepo lo stesso e cesso di esistere? Il vero capitano Kirk è morto la prima volta che ha usato il teletrasporto?

In altre parole: un procedimento come il teletrasporto o la digitalizzazione, garantirebbe davvero la continuità soggettiva dell’esistenza o sarebbe una sofisticata forma di suicidio e sostituzione?

Gli autori di Star Trek si sono resi conto del problema, ma lo hanno “risolto” come solo gli autori di una storia di fiction possono fare: dichiarando che non esiste. In Daedalus (episodio di Star Trek: Enterprise), l’inventore del teletrasporto ne parla esplicitamente e lo liquida come “sciocchezza”, ma senza spiegare perché.

Invece Michael Okuda, uno dei consulenti tecnici di varie serie e film di Star Trek, ammette chiaramente che “Il modo in cui è stato descritto il teletrasporto mi fa pensare ‘muori e vieni ricostruito’”.

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Precisazione per pignoli: ho scelto il teletrasporto di Star Trek perché si basa sulla smaterializzazione dell’utente, che è il punto critico di interruzione della continuità dell’esistenza. Altri universi fantascientifici hanno inventato altre modalità di teletrasporto che non interrompono questa continuità e non pongono problemi filosofici: per esempio, deformano lo spazio in modo da unire due luoghi lontani e quindi l’utente non fa che spostarsi lungo un corridoio o attraversare un portale (anche in Star Trek esistono i wormhole che uniscono fisicamente due punti distanti). In questo caso è abbastanza chiaro che chi entra è la stessa persona che esce, esattamente come io rimango la stessa persona quando mi sposto dalla cucina al soggiorno.

Altra precisazione per spiritualisti e religiosi: lascio fuori dalla discussione ogni questione di anima immateriale e intangibile. Mi interessa solo esplorare quale sarebbe la sensazione soggettiva di essere teletrasportati o uploadati.

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A prima vista pare proprio che queste tecnologie ipotetiche racchiudano un segreto orribile che rovina per sempre queste serie: ogni volta che entrano nel teletrasporto in Star Trek, i nostri eroi vengono uccisi, letteramente fatti a pezzi smontandoli atomo per atomo, e dall’altra parte emerge una fotocopia perfetta (beh, quasi sempre, perlomeno). Ogni volta che una persona viene uploadata in Upload, in realtà muore esattamente come qualunque altra persona, ma ne viene creata una copia che la simula perfettamente. Una magra consolazione per il soggetto: questo aldilà tecnologico sarebbe un colossale inganno.



Ma nelle storie di scienza c’è sempre un ma. In questo caso, il ma è il cosiddetto paradosso della nave di Teseo. Plutarco racconta che in memoria dell’eroe mitologico, la sua nave fu conservata dagli ateniesi sostituendone i pezzi man mano che si deterioravano. Dopo qualche tempo, della nave originale non restava neanche più un pezzo. Era tutta nuova, eppure era considerata la stessa nave.

Anche noi, in un certo senso, siamo delle navi di Teseo. Il nostro corpo e il nostro cervello vengono continuamente autoriparati, sostituendone atomi, molecole e cellule con dei rimpiazzi. Veniamo costantemente rattoppati e ricostruiti, per cui con pochissime eccezioni (neuroni corticali, coni e bastoncelli negli occhi, cellule muscolari cardiache, e poco altro) non siamo fatti della stessa materia di cui eravamo fatti, che so, dieci anni fa. Eppure, nonostante questo processo di continua decostruzione e ricostruzione, la nostra coscienza non ha discontinuità. Continuiamo, soggettivamente, ad esistere.

Si potrebbe argomentare che quelle parti del corpo non sostituite siano le garanti di questa continuità: la sede del nostro io, per così dire. Ma siamo delle navi di Teseo anche da un altro punto di vista: la nostra personalità si evolve costantemente nell’arco di tutta la nostra vita. La mia mente di oggi è ben diversa da quella di dieci, venti o quarant’anni fa: eppure io mi sento ancora io e non ho avvertito alcuna interruzione e sostituzione. Quando avrete finito di leggere questo articolo, avrete nella mente idee (spero) nuove e sarete quindi differenti da come eravate prima di cominciare questa lettura. Però penserete di essere comunque la stessa persona di prima.

Se i vostri neuroni venissero sostituiti uno per volta da altrettanti neuroni sintetici equivalenti che ne replicano lo stato, vi accorgereste della sostituzione? No, così come non vi accorgete di quando un ricordo viene trasferito da un gruppo di neuroni a un altro. Sareste sempre “voi stessi”, anche se tutti i neuroni del vostro cervello venissero sostituiti da quelli sintetici. Il supporto, insomma, sarebbe irrilevante.

E in effetti è già così senza dover invocare immaginari chip neuronali: in termini di fisica, infatti, non ha senso parlare di parti del corpo non sostituite, perché la posizione combinata di tutti gli atomi del corpo cambia costantemente, e comunque quegli atomi sono in realtà una distribuzione di probabilità: non sono delle palline come le immagina la fisica classica.

In altre parole, la continuità soggettiva della nostra identità esiste solo a livello di informazioni, non a livello di componenti fisici. 

Ma se quello che conta è l’informazione, non il supporto, e la continuità dell’informazione viene garantita dagli apparati del teletrasporto (dando per scontata la perfetta integrità), allora la persona che emerge dal teletrasporto è, a tutti gli effetti, anche soggettivamente, la persona che vi è entrata, anche se è stata momentaneamente convertita in un flusso di energia. Durante il teletrasporto la sua coscienza avrà continuato a esistere, senza interruzioni avvertibili.

Allo stesso modo, se l’upload garantisce la continuità dell’informazione, allora anche soggettivamente la persona uploadata sarà la stessa. Insomma, uno spiraglio di speranza di salvare il capitano Kirk, rimane e il paradiso digitale di Upload potrebbe davvero portare a una forma di vita eterna.

Il problema è che se la coscienza risiede solo nella continuità dell’informazione, nulla vieta che l’informazione venga copiata anziché trasferita da un supporto a un altro. Dal teletrasporto potrebbero uscire due capitani Kirk, ed entrambi sarebbero “quello vero” anche soggettivamente. E in Upload nulla vieterebbe di creare copie multiple della stessa persona, tutte correttamente sicure, anche soggettivamente, di essere l’originale.

E se tutto questo non vi ha confuso sufficientemente le idee sul vostro senso di identità, provate a chiedervi come fate a essere sicuri che siete davvero la stessa persona che eravate quando siete andati a dormire ieri notte, e non una copia perfetta creata stanotte, che ha i vostri stessi ricordi, sentimenti e pensieri, un po’ come ne L’invasione degli ultracorpi. Sogni d’oro.

Sì, è Donald Sutherland, da Terrore dallo spazio profondo (remake del 1978 de L’invasione degli ultracorpi). Nel quale c’era Leonard Nimoy, ossia Spock di Star Trek. E il cerchio si chiude.


Fonti: Ars Technica, Popular Mechanics, Bigthink, Philosophy Foundation, Stackexchange, Lesswrong, Syfy. Questo articolo fa parte delle Storie di Scienza: una serie libera e gratuita, resa possibile dalle donazioni dei lettori. Se volete saperne di più, leggete qui. Se volete fare una donazione, potete cliccare sul pulsante qui sotto. Grazie!



Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Star Trek “Strange New Worlds”: la serie con il Capitano Pike si fa!

15 de Maio de 2020, 12:49, por Il Disinformatico


Quello che molti fan di Star Trek, me compreso, speravano e chiedevano dopo il successo dei personaggi del Capitano Pike (Anson Mount), della Numero Uno (Rebecca Romijn) e di Spock (Ethan Peck) nella serie Discovery si è avverato: si farà una nuova serie incentrata su di loro, e sarà intitolata Strange New Worlds.

Questo è l’annuncio, dato direttamente dagli attori oggi: 


— Star Trek (@StarTrek) May 15, 2020

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Il Presidente degli Stati Uniti parla di iniettarsi disinfettanti ed esporsi alla luce ultravioletta contro il coronavirus

24 de Abril de 2020, 19:27, por Il Disinformatico


L’imbecillità al potere. Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, dice che sarebbe “interessante” considerare l’iniezione di disinfettante nei polmoni delle persone, oppure usare contro il coronavirus una luce molto intensa, eventualmente ultravioletta, magari dall’interno. Questi sono i vaneggiamenti di un idiota. Vaneggiamenti che rischiano di costare la vita a chi crederà a queste sue parole.

Vaneggiamenti così pericolosi che la Reckitt Benckiser (una delle più grandi aziende produttrici di disinfettanti) è costretta a smentire pubblicamente e a ricordare che il suo prodotto non va iniettato o ingerito o altrimenti introdotto nel corpo in nessuna circostanza. Così folli che le autorità sanitarie devono ribadire di non provare quello che il presidente ha suggerito.

Please, everyone, do not try what the president just suggested at home. 'Under No Circumstance': Lysol Maker, Officials Reject Trump's Disinfectant Idea. #MythBusters #COVID19
Learn more: https://t.co/QJFX08L1aL
— Houston Health Dept (@HoustonHealth) April 24, 2020


“And then I see the disinfectant where it knocks it out in a minute. One minute! And is there a way we can do something, by an injection inside or almost a cleaning? Because you see it gets in the lungs and it does a tremendous number on the lungs, so it’d be interesting to check that. So, that you’re going to have to use medical doctors with, but it sounds interesting to me.”

“So supposing we hit the body with a tremendous, whether it’s ultraviolet or just very powerful light and I think you said that hasn’t been checked but you’re going to test it. And then I said supposing you brought the light inside the body, which you can do either through the skin or in some other way. And I think you’re going to test that too?”

“I would like you to speak to the medical doctors to see if there’s any way that you can apply light and heat to cure. Maybe you can, maybe you can’t. Again, I say, maybe you can, maybe you can’t. I’m not a doctor.”

E per chi, inevitabilmente, dirà che Donald Trump è stato frainteso o che si tratta di una distorsione da parte dei media che lo detestano:

Trump's coronavirus disinfectant comments are 'dangerous', doctors say, after the U.S. president said during a White House briefing that scientists should try to apply their findings to coronavirus patients by inserting ultraviolet light or disinfectant https://t.co/2zD9RYlN89 pic.twitter.com/tdmEHQ5Vd9
— Reuters (@Reuters) April 24, 2020



Aggiornamento (2020/04/25 00:25): Trump ha detto che le sue parole erano “una domanda molto sarcastica ai giornalisti”. È falso, e lo si vede dalla direzione in cui va il suo sguardo mentre pronuncia le parole in questione: verso la dottoressa Blix, la donna seduta alla sua destra, e non verso i giornalisti davanti a lui.

Here's a mashup of Trump claiming today he was just asking "a very sarcastic question to the reporters in the room" when he mused about disinfectant injections as a possible coronavirus miracle cure, followed by the original clip showing beyond a doubt that he was not doing that. pic.twitter.com/wby4ucd59Q
— Aaron Rupar (@atrupar) April 24, 2020


Questo è quello che succede quando si lascia che l’ignoranza abbia lo stesso valore della sapienza. Questo è quello che succede quando si tollerano le bugie dei potenti.


Fonte: The Guardian.

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Come funzionano le app di tracciamento dei contatti, spiegato a fumetti

24 de Abril de 2020, 15:23, por Il Disinformatico

La documentazione pubblica dell’app di tracciamento svizzera include questo fumetto di Nicky Case, disponibile in varie lingue, che spiega i princìpi di funzionamento delle app di contact tracing. I concetti espressi qui valgono per qualunque app che usi il sistema DP-3T (come fa quella italiana).



















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