Antibufala: il trucchetto contro il cancro alla tiroide
28 de Novembro de 2012, 22:00 - sem comentários aindaDa far circolare fra donne e uomini che le informino
Ho da poco ricevuto una mail da un’amica belga che mi racconta di aver recentemente assistito ad una trasmissione televisiva, il dr. Oz show, nella quale quest’ultimo, parlando di un tipo di cancro che si sta diffondendo molto rapidamente tra le donne, il cancro della tiroide, ha affermato che questa crescita così rapida potrebbe essere dovuta alle radiografie dentali e alle mammografie. Ha dimostrato che il grembiule utilizzato nello studio del dentista per le radiografie è munito di un colletto che può essere alzato e posto intorno al collo. La maggior parte dei dentisti non si preoccupa di farlo, io non l’ho nemmeno mai visto. Esiste ugualmente una protezione per la tiroide che può essere utilizzata durante le mammografie. Casualmente la mia amica doveva fare la sua mammografia annuale alcuni giorni dopo. Mi racconta che, pur sentendosi un po’ ridicola, ha ugualmente domandato quanto ci fosse di vero in quello che aveva ascoltato alla televisione e il tecnico che le stava facendo la mammografia, ha estratto una protezione da un cassetto. Ad una sua domanda sul motivo per cui questa protezione non fosse usata d’ufficio, le è stato risposto che è prevista la richiesta da parte del paziente. Ma come si può richiedere una cosa di cui non si è al corrente? Se la mia amica non avesse assistito a quella trasmissione, non l’avrebbe mai saputo. E nemmeno io, e probabilmente nemmeno voi.
Bisogna far circolare questa informazione tra le nostre figlie, nipoti, madri e amiche.
Io lo sto facendo, se credete, fatelo anche voi.
![](http://3.bp.blogspot.com/-7mQZ5AAWZ5s/ULcAT-uOQhI/AAAAAAAARHQ/SxZr7xEZaak/s1600/cat-doctor.jpg)
Ad aprile 2011, quando ha iniziato a circolare la versione originale inglese dell'appello, l'American College of Radiology e la Society of Breast Imaging hanno pubblicato una smentita, basata su ricerche come questa pubblicata sulla rivista specialistica Radiology, che spiegava che il rischio di cancro alla tiroide dovuto alle radiografie dentali e alle mammografie è praticamente nullo, perché la dose di radiazioni che colpisce la tiroide durante questi esami equivale a circa 30 minuti di radiazioni ambientali naturali.
L'uso sconsiderato di queste protezioni, per contro, potrebbe nascondere all'esame radiografico eventuali sintomi di malattia presenti nelle zone coperte dalla protezione tiroidea, per esempio nella parte superiore dei polmoni.
I dettagli dell'appello sono descritti in inglese presso Snopes.com.
Come accade spesso nelle bufale diffuse dal passaparola, l'appello fa leva sul pregiudizio diffuso che i medici siano tutti stupidi (tranne quando appaiono in televisione), sul pensiero magico di allontanare le malattie usando un semplice rituale in realtà inefficace e sul desiderio, purtroppo mal riposto, di aiutare gli altri con poca fatica inoltrando una mail.
La dissonante sinfonia della follia atomica
27 de Novembro de 2012, 22:00 - sem comentários aindaQuesto articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “alemarzaro”.
Questo video dell'artista Isao Hashimoto mostra in forma grafica, al ritmo di un mese al secondo, tutte le bombe nucleari fatte esplodere dal 1945 al 1998.
L'inizio è lento ma terribile, con quel singolo test ad Alamogordo seguito prontamente dalle due bombe su Hiroshima e Nagasaki. Poi il conteggio inizia pian piano a crescere e accelerare, dapprima ad opera esclusiva degli Stati Uniti. Poi si aggiungono le altre potenze nucleari. Verso gli anni Sessanta c'è un parossismo di esplosioni che rende bene la disinvoltura e la follia di quel periodo.
Se qualcuno stava osservando il nostro pianeta da lontano, avrà pensato bene che non era il caso di prendere contatto con dei selvaggi che giocavano coi fiammiferi dentro una tinozza piena di benzina.
L’universo ha uno scopo? Risponde Neil DeGrasse Tyson
26 de Novembro de 2012, 22:00 - sem comentários aindaQuesto articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “f.momon*”.
One Minute Physics ha pubblicato questo video che illustra la garbata e profonda risposta dell'astrofisico Neil DeGrasse Tyson alla domanda “L'universo ha uno scopo?”.
“Non ne sono sicuro. Ma chiunque esprima una risposta più definitiva a questa domanda asserisce di avere accesso a conoscenze che non hanno basi empiriche. Questo modo di pensare, sorprendentemente persistente, comune alla maggior parte delle religioni e ad alcune branche della filosofia, ha fallito pesantemente nei propri passati tentativi di capire, e pertanto predire, il funzionamento dell'universo e il nostro ruolo in esso.
Affermare che l'universo ha uno scopo implica che vi sia un risultato desiderato. Ma chi compierebbe l'atto di desiderare? E quale sarebbe questo risultato desiderato? Che le forme di vita basate sul carbonio siano inevitabili? O che dei primati senzienti siano l'acme neurologico della vita?
Ovviamente gli esseri umani non sono stati presenti per fare queste domande per il 99,9999% della storia del cosmo. Quindi se lo scopo dell'universo era creare esseri umani, allora il cosmo è stato vergognosamente inefficiente nel farlo. E se lo scopo ulteriore dell'universo era creare una culla feconda per la vita, allora il nostro ambiente cosmico ha un modo molto strano di manifestarlo. La vita sulla Terra, nel corso di oltre tre miliardi e mezzo di anni d'esistenza, è stata aggredita incessantemente dalle fonti naturali di caos, morte e distruzione. La devastazione ecologica inflitta dai vulcani, dai cambiamenti climatici, terremoti, tsunami, tempeste, e in particolare gli asteroidi-killer hanno causato l'estinzione del 99,9% di tutte le specie mai vissute qui.
E che dire della vita umana in sé? Se siete persone religiose, potreste dichiarare che lo scopo della vita è servire Dio. Ma se siete uno dei cento miliardi di batteri che vivono e lavorano in un solo centimetro del vostro intestino crasso, potreste invece affermare che lo scopo della vita umana è fornirvi un ambiente vitale buio ma idilliaco e anaerobico di materia fecale.
Pertanto, in assenza di arroganza umana, l'universo appare sempre più casuale. Ogni volta che gli eventi che si dice siano per il nostro bene sono altrettanto numerosi quanto gli altri eventi che ci ucciderebbero, l'intenzionalità risulta difficile, se non impossibile, da affermare. Quindi anche se non posso affermare di sapere con certezza se l'universo abbia o no uno scopo, le argomentazioni contrarie sono solide e percepibili da chiunque veda l'universo per quello che è e non per quello che vorrebbe che fosse.“
Preservativi usati cinesi negli elastici per capelli? Bufala
26 de Novembro de 2012, 22:00 - sem comentários aindaQuesto articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “linus88”.
Ha ripreso a circolare, in particolare su Facebook (per esempio qui e qui), la “notizia” che in Cina vengono venduti elastici per capelli fabbricati usando preservativi usati. A conferma viene citato un articolo del TGCom datato 2007.
Basterebbero però trenta secondi di Google per scoprire che la storia è una bufala: ne parlano da anni Snopes.com, UrbanLegends e Hoax-Slayer.
Sì, alcuni elastici per capelli fabbricati in Cina erano fatti con i preservativi. Ma si trattava di preservativi scartati, non usati. Scartati durante la lavorazione, non dopo essere stati utilizzati dagli acquirenti.
Per capire che la storia dei preservativi usati non si regge in piedi sarebbe bastato fermarsi a riflettere per un nanosecondo. Da dove verrebbero questi preservativi usati? Chi mai si prenderebbe la briga e avrebbe il pelo sullo stomaco di andare in giro a raccoglierli uno per uno dopo l'uso? Non è invece più credibile che una fabbrica di elastici per capelli usi gli scarti di produzione di una fabbrica di prodotti in lattice, risparmiando sui costi della materia prima?
Infatti un giornalista cinese ha indagato la faccenda e ha trovato che erano, appunto, scarti di lavorazione. La sua indagine risale al 2007. Cinque anni fa.
Complimenti, quindi, a tutti coloro (compresa l'agenzia AFP) che hanno diffuso questa bufala, che funziona splendidamente perché fa leva sulle emozioni forti: il disgusto e – diciamola tutta – il razzismo e la paura del diverso. Viene facile pensare “son cinesi, fanno qualunque sconcezza”. Se al posto dei cinesi ci fosse stata un'italianissima fabbrica di Bassano del Grappa, la storia non sarebbe stata altrettanto emotivamente credibile.