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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , von profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Flash, diciottesimo aggiornamento dell’anno. Ci prenderanno per sfinimento

October 17, 2015 12:38, von Il Disinformatico

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie al microabbonamento di “luigipoll*”.

Se ancora usate Flash e siete diligenti, avete da poco finito di installare l'aggiornamento uscito il 13 ottobre, quello che vi porta alla versione 19.0.0.207. Ma ne è uscito un altro ieri notte, per cui vi tocca ricominciare da capo.

Questo nuovo aggiornamento, che porta Flash alla versione 19.0.0.226 (per Windows e Mac) e alla versione 11.2.202.540 (per Linux), risolve la grave falla segnalata da Trend Micro. Google Chrome si aggiorna automaticamente.

Come già detto pochi giorni fa, potete verificare quale versione di Flash avete visitando questa pagina di Adobe con ciascuno dei browser che avete installato. La versione aggiornata, se non si installa automaticamente, è scaricabile qui. Potete anche impostare Flash in modo che vi chieda il consenso sito per sito. Se invece preferite rimuovere Flash del tutto, le istruzioni sono qui in italiano per Windows e qui per Mac.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Stamattina a Bellinzona discutiamo di minacce e difese digitali

October 17, 2015 3:58, von Il Disinformatico

Questa mattina, a partire dalle 9, presso l'Auditorium BSCT a Bellinzona (Viale Guisan 5), si terrà un incontro intitolato “La minaccia cyber oggi” per offrire a tutti la possibilità di comprendere meglio la realtà della sicurezza informatica nella vita di tutti i giorni e capire quali sono le minacce concrete per l'economia di un paese e quanto sono pronte a rispondere le difese istituzionali.

L'incontro è organizzato dall'Associazione per la Rivista Militare Svizzera di lingua italiana e vede la partecipazione di Gérald Vernez, dirigente della divisione di cyberdifesa dello stato maggiore di condotta; di Pascal Métral, avvocato penalista, specializzato in proprietà intellettuale, responsabile delle inchieste e dei dossier giudiziari contro la pirateria e il cyber crimine affidati a Kudelski Security; e di Riccardo Sibilia, fisico ETHZ, capo del reparto d’analisi della minaccia cibernetica dell’esercito svizzero. Io sarò presente come moderatore.

Maggiori informazioni sono disponibili qui su Eventbrite e su Tipiu.com.
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Scott Kelly, nuovo record spaziale americano di permanenza cumulativa

October 16, 2015 19:47, von Il Disinformatico

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle gentili donazioni di “pzancolo*” e “cinziacl*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento).

L'astronauta Scott Kelly (foto qui accanto) ha totalizzato 383 giorni complessivi trascorsi nello spazio, stabilendo il nuovo primato statunitense di permanenza cumulativa. Questo record spettava finora a Mike Fincke con 382 giorni.

Kelly resterà nello spazio fino al 2 marzo 2016, salvo cambiamenti di programma, totalizzando così alla fine 522 giorni complessivi, accumulati nel corso di vari voli: uno di 8 giorni come pilota dello Shuttle nel 1999 (STS-103) per fare manutenzione al telescopio spaziale Hubble, uno di 12 giorni verso la Stazione Spaziale Internazionale a bordo di uno Shuttle nel 2007 (STS-118), e due voli sulle Soyuz russe sempre verso la Stazione (TMA-01M nel 2010, 159 giorni, e TMA-16M a marzo 2015). La missione sulla Stazione che sta svolgendo adesso ha totalizzato finora 203 giorni.

Per la NASA è un primato notevole, molto importante per acquisire conoscenze mediche sulla fisiologia del corpo umano in ambienti totalmente artificiali e in assenza di peso come quelli che verranno usati per le future missioni umane verso Marte, ma i veri pionieri in questo campo sono i russi: il detentore del record assoluto cumulativo è Gennadi Padalka, con 878 giorni nel corso di cinque missioni, e le venti posizioni di classifica successive sono tutte appannaggio di cosmonauti russi.


C'è però un record che per ora non gli è conteso da nessuno: Scott Kelly è l'unico astronauta o cosmonauta ad avere un fratello gemello che è anche lui astronauta. Dato che Mark Kelly è sulla Terra mentre suo fratello viaggia a circa 28.000 km/h intorno al mondo per centinaia di giorni, i due stanno realizzando concretamente il famoso esperimento del paradosso dei gemelli di Einstein.

Potete seguire Scott Kelly su Twitter come @StationCDRKelly e anche su Instagram: pubblica delle foto bellissime.


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Margaret Hamilton, l‘informatica che portò l’uomo sulla Luna

October 15, 2015 22:50, von Il Disinformatico

Margaret Hamilton con la stampa del software
del computer AGC dell'Apollo.
Credit: NASA.
Capita a tutti di avere un problema al computer: di solito lo si riavvia e la cosa finisce lì. Ma quando il problema al computer capita mentre stai tentando di atterrare sulla Luna per la prima volta nella storia e il computer in crisi è quello che gestisce l'atterraggio, la cosa diventa un pochino più seria, perché il crash che ne può conseguire non è solo di tipo informatico.

Durante la discesa verso la Luna, infatti, il 20 luglio 1969, il computer di bordo del LM, il veicolo che doveva portare sulla Luna gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin, andò in sovraccarico: stava ricevendo troppi dati a causa di un errore di procedura esterno che lo costringeva a svolgere troppi compiti contemporaneamente.

Gli astronauti chiamarono la Terra via radio, segnalando l'allarme con voce tesa: mancavano solo tre minuti all'atterraggio. Serviva una decisione immediata. Da Terra risposero di continuare la discesa ignorando la crisi del computer. Fu la scelta giusta, perché il software del computer scartò i compiti non strettamente necessari e si concentrò sull'unico davvero importante: atterrare.

L'episodio è leggendario e ben noto, ma pochi sanno che se non abbiamo tanti pezzettini d'astronauta sparsi sulla Luna è grazie in gran parte a una donna, Margaret Hamilton. In un'epoca in cui i posti chiave erano tutti in mano agli uomini e il sessismo era ovunque, la Hamilton era direttore e supervisore della programmazione del software del progetto Apollo, a soli 33 anni.

Fu lei, insieme alla propria squadra, a definire i criteri di progettazione e di collaudo del software che faceva funzionare il computer di bordo del LM e in particolare i concetti di elaborazione asincrona e schedulazione delle priorità che permisero al computer di non bloccarsi e consentirono agli astronauti di salvarsi da quel sovraccarico di dati e di atterrare sani e salvi. Erano tempi così pionieristici che fu lei a coniare il termine ingegneria del software. Per il suo lavoro, nel 2003 la NASA le conferì l'Exceptional Space Act Award, che comprendeva il premio in denaro più alto mai dato a una singola persona dall'ente spaziale.

I metodi sviluppati sotto la supervisione di Margaret Hamilton per andare sulla Luna sono quelli che stanno ancora oggi alla base di un'industria che vale circa 400 miliardi di dollari. Oggi la Hamilton ha 79 anni e dirige la Hamilton Technologies, società specializzata in software ad altissima affidabilità.


Fonti aggiuntive: Time, Wired.

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iPhone 6s, chiarita la differenza di consumo di batteria

October 15, 2015 21:17, von Il Disinformatico

Credit: Apple.
Nella puntata del Disinformatico della settimana scorsa ho raccontato la polemica sul fatto che gli iPhone 6s esistono in due versioni differenti, dotate di processori di marche diverse (Samsung e Taiwan Semiconductor), che hanno consumi di batteria differenti.

In particolare, alcuni test indicavano che la versione dell'iPhone 6s dotata di processore fabbricato dalla Taiwan Semiconductor (TSMC) faceva durare la batteria fino a due ore in più. Apple aveva obiettato che i test non erano realistici; ora sono arrivati i test realistici e possiamo sapere chi ha ragione.

Le prove condotte da Ars Technica indicano che gli iPhone 6s con processore Samsung durano effettivamente di meno in condizioni realistiche: per esempio, la navigazione su Internet usando il Wi-Fi dura 610 minuti con la versione Samsung e 624 con quella TSMC. Ma un quarto d'ora scarso su oltre dieci ore non è una differenza particolarmente significativa.

Non solo: qualunque processo di fabbricazione di componenti elettronici ha una propria variabilità naturale, per cui non tutti i processori della stessa marca sono perfettamente identici. Il committente (Apple, in questo caso) definisce delle soglie minime, ma comunque nei suoi smartphone ci possono essere processori che hanno prestazioni e consumi differenti pur essendo della stessa marca. Di conseguenza, all'atto pratico non fa molta differenza quale processore avete nel vostro iPhone 6s e la polemica può essere chiusa.
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