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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , von profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Il Corriere s’inventa un’intera città svizzera inesistente: Tessin, vicino a Lugano

March 14, 2015 14:25, von Unbekannt

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alla gentile donazione di “gabriele.giamb*” e “robyv73*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora.

Il presidente russo Putin, secondo quanto scrive il Corriere della Sera in un articolo firmato pudicamente Redazione Online, sarebbe assente dalla cronaca pubblica perché sta seguendo la gravidanza della compagna, che si troverebbe “in una clinica privata di Tessin, in Svizzera, nei pressi di Lugano: per la precisione alla clinica Sant'Anna”.

C'è un piccolo problema nella notizia riportata dal Corriere: a Tessin non c'è una clinica Sant'Anna. Anzi, non c'è proprio nessuna clinica. Non c'è per una ragione molto semplice: non esiste Tessin. 

Lo so con ragionevole certezza, perché io abito proprio a Lugano da una decina d'anni, e se ci fosse da queste parti una città o un paese di nome Tessin, credo che lo saprei. Lo potrebbe sapere anche l'ineffabile Redazione Online, se solo si degnasse di cercare questa località su una cartina geografica prima di scriverne.

Tessin, infatti, non è altro che la grafia tedesca del Canton Ticino. Il signor o signora Redazione Online ha scritto una castroneria che equivale a scrivere “una clinica privata di Piedmont, in Italia, nei pressi di Torino”.

Complimenti al Corriere per aver affidato il copiaincolla dai quotidiani svizzerotedeschi a un incompetente non solo in geografia, ma anche nel tedesco che sta copiaincollando, e per continuare a spacciare questo metodo di lavoro per giornalismo.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Podcast del Disinformatico del 2015/03/13

March 14, 2015 4:08, von Unbekannt

È disponibile per lo scaricamento il podcast per la puntata di ieri del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera. Buon ascolto!.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Miniguida contro il sexting e le sue estorsioni

March 13, 2015 8:07, von Unbekannt

Da My Little Safebook
per genitori (ti.ch). 
Il guaio di certe parole, come sexting, è che fanno quasi sembrare intrigante quella che è in realtà semplicemente una truffa squallida: qualcuno convince una persona a mostrarsi in atteggiamenti sexy in una foto o davanti alla webcam e poi la ricatta o la umilia diffondendo le immagini.

Gli scenari tipici sono due. Nel primo c'è un legame sentimentale fra chi si mostra e chi richiede l'immagine: tipicamente il ragazzo che chiede alla ragazza una foto intima e poi tradisce la fiducia data perché mostra a tutti l'immagine destinata soltanto ai suoi occhi. È importante ricordare, fra l'altro, che la diffusione di immagini intime di minorenni può essere considerata reato di pedopornografia anche se chi le trasmette è il soggetto stesso delle immagini, e che le foto “temporanee” promesse da app come Snapchat sono in realtà permanenti.

Nel secondo scenario, invece, si tratta di incontri fatti via webcam con sconosciuti. La vittima, in questo caso, è spesso di sesso maschile: s'imbatte in una bella ragazza, che lo invita a mostrarsi e a sua volta si spoglia. In realtà la ragazza è una registrazione appositamente confezionata, i cui vari spezzoni vengono mostrati in modo da assecondare eventuali richieste di gesti o espressioni. La trappola è molto professionale: i truffatori usano un apposito software che permette di fare vera e propria regia e comandare le azioni della ragazza. La vittima, invece, viene registrata dal truffatore, che poi si rivela e chiede denaro per non inviare la registrazione imbarazzante a tutti gli amici della vittima, trovati tramite social network come Facebook. Il pagamento viene richiesto tramite Western Union o bitcoin.

Ovviamente la prevenzione è la soluzione ideale in entrambe le situazioni. Ma cosa potete fare se ormai il fattaccio è avvenuto? Se conoscete la persona che ha diffuso abusivamente le immagini, potete denunciarla alle autorità (o chiedere una mediazione, specialmente nel caso di minori). Non è detto che questo bloccherà la diffusione della foto, ma probabilmente aiuterà a scoraggiarla.

Nel caso dell'estorsione, invece, la cosa migliore è non pagare. Potete bluffare, dicendo che non v'importa se il video viene diffuso o no perché non avete nulla da nascondere. Potete anche ribattere che non avete modo di procurarvi i soldi da spedire (questo vale soprattutto per i minorenni). Resistete in ogni caso alle minacce del truffatore: dato che siete soltanto una delle tante vittime che ha per le mani, se opporrete un minimo di resistenza tipicamente vi mollerà per passare a un'altra vittima più malleabile. Se pagate, invece, vi chiederà sicuramente altri soldi. Non sono soluzioni a prova di bomba, ma di solito funzionano.

Tecnicamente non c'è modo di distruggere definitivamente il video intimo: il massimo che potete fare è chiederne la rimozione al sito che lo ospita, ma sul computer del truffatore ne resterà comunque una copia.

Per maggiori informazioni su questi problemi e come gestirli, consiglio la pratica Guida della Polizia Cantonale e le pubblicazioni My little Safebook per i genitoriMy little Safebook per i figli. Per le segnalazioni e le richieste d'aiuto alle forze dell'ordine, in Svizzera c'è il Centro di coordinamento per la lotta alla criminalità in Internet (SCOCI), i cui consigli tecnici sono ben applicabili anche oltre frontiera.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Il meme della settimana: Slenderman

March 13, 2015 7:38, von Unbekannt

Provate a nominare la parola Slenderman a un bambino e probabilmente ne otterrete una smofia di paura: è il nome di un personaggio inventato che molti invece pensano sia reale. Altissimo, magrissimo (il suo nome significa grosso modo “uomo longilineo”), vestito di nero ma soprattutto con un volto privo di sembianze.

Fra gli internauti più giovani Slenderman è famoso per le immagini che lo ritraggono (sono ovviamente fotomontaggi, ma molti non sanno riconoscere una foto ritoccata) e per le storie inquietanti che lo circondano e che riguardano le sue immaginarie interazioni con i bambini. Secondo le dicerie che corrono, può teletrasportarsi, allungare o accorciare le braccia a piacimento e ha dei tentacoli sulla schiena e incontrarlo causa amnesia, insonnia, paranoia o attacchi di tosse.

Fino a poco tempo fa Slenderman era semplicemente uno dei tanti memi della cultura digitale, costruito partendo da un fotomontaggio creato da Victor Surge (alias Eric Knudsen) nel 2009 per partecipare a una gara di grafica horror lanciata dal sito Something Awful. Altri utenti copiarono la sua idea e la diffusero, creando ulteriori fotomontaggi e scrivendo storie horror nello stile del creepypasta (all'incirca “copiaincolla horror”) che lo descrivevano, e così nacque il mito, completato addirittura da un finto documentario che ne racconta le gesta come se fossero reali.

Purtroppo, però, a giugno 2014 questo personaggio immaginario ha assunto una connotazione molto reale per davvero: nello stato del Wisconsin due ragazze dodicenni sono state accusate di aver accoltellato ripetutamente una compagna di scuola come sacrificio umano per compiacere Slenderman, del quale erano diventate ossessionate, e molta stampa ha colto puntualmente l'occasione di polemizzare sulla pericolosità di Internet, senza rendersi conto che è come prendersela con la Disney perché ha reso popolare il personaggio della strega cattiva di Biancaneve.

Ormai il meme di Slenderman è inarrestabile, ed è inutile cercare di contrastarlo vietandolo o rimuovendo le immagini o i racconti che lo riguardano: probabilmente la cosa più sensata da fare è cogliere l'occasione per insegnare ai più giovani cosa è reale e cosa non lo è e come funziona la creazione collettiva di un mito in Rete. E soprattutto ricordare che non tutto quello che vedono in Rete e in TV è reale.

Fonti: Know Your Meme, The Independent.
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Nasce YouTube Kids

March 13, 2015 7:28, von Unbekannt

Youtube è un sito popolarissimo che molti genitori usano come fonte gratuita di cartoni animati e altri video interessanti per i propri figli, ma non tutto il contenuto di Youtube è adatto ai più giovani e sensibili. Spesso il problema sta nei video correlati o proposti durante la visione di un cartone animato, che usano immagini provocanti o scioccanti per attirare i clic dei visitatori.

Per evitare queste situazioni Google ha creato Youtube Kids, una versione di Youtube più sicura e adatta ai bambini. Per ora l'app di Youtube Kids (Android; iOS) è fruibile soltanto negli Stati Uniti, ma presumibilmente verrà resa accessibile anche nel resto del mondo senza dover fare acrobazie particolari.

Icone grandi e semplici, categorie ridotte e video attentamente selezionati e filtrati caratterizzano Youtube Kids insieme a una serie di controlli parentali, come la possibilità di disabilitare la ricerca, impostare dei limiti di tempo e un volume massimo accettabile. I commenti, fonte di tante offese e forme di bullismo, sono automaticamente disabilitati: una scelta che probabilmente avrebbe molto senso anche nella versione tradizionale di Youtube.
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