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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , von profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Acquisti in-app ingannevoli, dopo Apple tocca a Google risarcire gli utenti

September 5, 2014 6:25, von Unbekannt - 0no comments yet

Molte app gratuite su smartphone e tablet producono reddito per i loro creatori (che sono sviluppatori indipendenti da Google, Apple o Microsoft) acquisendo dati personali da rivendere a inserzionisti pubblicitari o società d'indagine di mercato oppure mostrando direttamente pubblicità pagate dagli inserzionisti. Altre fanno soldi più direttamente tramite gli acquisti in-app: l'utente di un'app di gioco, per esempio, si trova a dover acquistare degli accessori virtuali per poter continuare a giocare. L'acquisto viene pagato tramite carta di credito o carta prepagata.

Il problema degli acquisti in-app è che non sono protetti adeguatamente contro l'abuso da parte degli utenti stessi, che spesso sono giovanissimi e causano addebiti consistenti ai genitori perché i costi non sono indicati chiaramente. Per questa mancanza di protezione Apple è già stata obbligata a risarcire circa 32 milioni di dollari ai consumatori statunitensi a gennaio di quest'anno; ora tocca a Google, che dovrà pagare almeno 19 milioni di dollari ai propri clienti.

Nel 2011, quando Google ha introdotto gli acquisti in-app (che potevano costare fino a 200 dollari l'uno), non aveva messo neanche una password di verifica su questi acquisti: un bambino poteva farli illimitatamente. La password è arrivata soltanto nel 2012, ma la finestra di dialogo non diceva al consumatore quant'era l'addebito: come se non bastasse, il consumatore non veniva neppure avvisato che digitando la password autorizzava automaticamente tutti gli acquisti fatti nella successiva mezz'ora.

Per bloccare gli acquisti in-app sui dispositivi Apple si va in Impostazioni - Generali - Restrizioni - Abilita restrizioni; si assegna un PIN (che l'adulto deve tenere segreto) e poi si disattiva la voce Acquisti in-app.

Sui dispositivi Android si tocca l'icona del Play Store, poi si tocca l'icona con le tre barrette, si sceglie Impostazioni e si attiva la casella Usa la password per limitare gli acquisti o Richiedi password per gli acquisti o simile (la dicitura esatta varia in base alla versione di Android). In questo modo soltanto chi ha la password dell'account Google associato al dispositivo potrà fare acquisti. Alcuni antivirus e alcune app di controllo parentale per Android (ne cito alcune qui) permettono ulteriori restrizioni, compreso il tipo di sito che può essere visitato.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Miniguida per genitori angosciati: come filtrare le navigazioni dei minori?

September 5, 2014 6:15, von Unbekannt - 0no comments yet

Una delle richieste più frequenti dei genitori che hanno figli giovanissimi è un filtro da applicare al loro accesso a Internet in modo che non siano esposti a contenuti inadatti alla loro età. Purtroppo non ho buone notizie: questi filtri, che sono programmi installati sul singolo dispositivo oppure centralmente sul modem che offre accesso a Internet, funzionano poco e male e comunque sono scavalcabili da qualunque minore sufficientemente motivato. Il massimo che possono offrire è la protezione contro l'esposizione accidentale a contenuti scioccanti.

Un esempio concreto: mettere un blocco sui nomi dei siti pornografici non serve a quasi nulla, perché questi siti usano dei servizi alternativi, dai nomi ben poco intuitivi, per diffondere i propri video (in gergo, usano dei content delivery network il cui nome è diverso da quello del sito). Il risultato è che se si mette un filtro sul nome del sito viene bloccato tutto il testo del sito, ma non i suoi video, che sono probabilmente la parte che si voleva filtrare. E per scavalcare del tutto il filtro, anche per il testo, basta usare per esempio Google in una maniera che non descrivo qui per non regalare spunti ma è molto ovvia ed è solitamente già nota ai ragazzi e alle ragazze tramite il passaparola.

C'è poi, ovviamente, la scappatoia che se la connessione a Internet domestica o scolastica è filtrata, c'è sempre l'amico che ha un accesso a Internet sul quale i genitori non hanno messo filtri o uno smartphone che accede a Internet senza protezioni.

Se vi accontentate di una protezione parziale contro le esposizioni accidentali, comunque, potete usare i controlli parentali: nei dispositivi Apple sono già preinstallati e basta attivarli, mentre sui dispositivi Windows vanno scaricati, installati e attivati; i tablet e smartphone Android hanno app di controllo parentale offerte dai principali produttori di antivirus, come Kaspersky o Norton. Potete anche attivare SafeSearch in Google per ridurre il rischio che una ricerca presenti immagini inadatte (le istruzioni sono qui). È più pratico, tuttavia, attivare un filtro a monte sulla connessione, in modo da filtrare tutti i dispositivi di casa in un solo colpo (compreso il televisore, perché molti modelli vanno su Internet): guardate il manuale del vostro modem per vedere se offre questa possibilità, ma preparatevi a un'operazione tecnica delicata.

Se non volete complicazioni tecniche, c'è sempre l'alternativa di non affidare tablet, smartphone, console di videogioco o altri dispositivi collegabili a Internet a chi è troppo giovane per sopportare lo shock delle immagini di violenza o di pornografia, oppure di consentire la navigazione in Rete soltanto in vostra presenza, per aiutarli in caso di brutti incontri; anche per questo si possono impostare filtri d'orario inesorabili.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Antibufala: aerei commerciali scomparsi da Tripoli per “un nuovo 11 settembre”

September 4, 2014 21:45, von Unbekannt - 0no comments yet

Si avvicina l'anniversario degli attentati dell'11 settembre 2001 e puntualmente arrivano gli articoli che speculano sulle paure evocate da quella tragedia. Il Tempo ha pubblicato la notizia secondo la quale dall'aeroporto di Tripoli mancherebbero “ben undici... aerei commerciali.” Sarebbero “sicuramente spariti da un mese. La notizia, però, è stata data solamente ora. I velivoli sono stati presi in consegna da un gruppo terrorista che si chiama “Alba libica” che era riuscito a prendere il controllo dell’aeroporto di Tripoli.”

Ovviamente, in conseguenza di queste sparizioni, “Gli Usa temono un nuovo 11 settembre”.

Questa notizia sensazionale proviene, secondo quanto scrive Leonardo Rossi de Il Tempo, da “fonti ufficiali degli Stati Uniti d’America”. Non è una fonte un po' troppo vaga, per una notizia del genere? Come mai non c'è un nome, una qualifica, una data, un dettaglio qualunque che elevi queste “fonti” a un livello meno gossip di un “mio cugggino”? Se sono ufficiali, non ci dovrebbe essere bisogno di nascondere le loro identità.

Sempre secondo Il Tempo, ci sarebbe anche, come fonte, un “esperto militare marocchino, Abderrahmane Mekkaoui”, che avrebbe parlato di questa notizia “con Al Jazeera” il 21 agosto scorso. Ma è vero? Lo dice soltanto il Free Beacon, un sito che è l'unica fonte che viene citata dal Tempo e da tutti gli articoli che si occupano dei presunti aerei trafugati. E se si cerca “Abderrahmane Mekkaoui” sul sito di Al Jazeera non viene fuori nulla.

Il Free Beacon viene indicato dal Daily Mail, dall'Huffington Post (che però è dubitativo e scrive “reportedly”, ossia “si dice che” a proposito della sparizione degli aerei), dal Mirror (anche lui dubitativo: “The commercial airliners are thought to have gone missing”, ossia “si pensa che gli aerei di linea commerciali manchino all'appello”), da Fox News, dal Washington Times, da USA Today. Nessuna di queste testate ha una seconda fonte di supporto. Tutte citano la stessa, singola fonte: il Free Beacon. Strano. Alcune citano anche le fonti ufficiali americane, come fa Il Tempo, ma per dire che non confermano la notizia.

Ci sarebbe poi da chiedersi come mai farebbero dei terroristi a far decollare questi aerei ipoteticamente rubati. Chi li rifornirebbe di carburante? Come decollerebbero da un aeroporto semidistrutto e costellato di aerei devastati? Chi li piloterebbe? I dirottatori dell'11/9 furono furbi e lasciarono fare ai piloti di linea la parte difficile del volo, cioè il decollo. E come farebbero a non farsi notare dai radar dei paesi confinanti? Come farebbero mai questi aerei a minacciare gli Stati Uniti? Dovrebbero attraversare un oceano e poi soprattutto passare le difese radar perimetrali degli USA. Se non ha comunicato un piano di volo alle autorità USA, un aereo di linea in avvicinamento non passerà inosservato. E oltretutto gli esperti di The Aviationist e NYCAviation fanno a pezzi meticolosamente la notizia degli undici aerei mancanti.

In altre parole, la notizia di un nuovo 11 settembre è implausibile e campata per aria sia dal punto di vista giornalistico (una sola, traballante fonte) e tecnico (attentati ben poco praticabili). Ciliegina sulla torta, il sito antibufala Snopes.com fa risalire tutta la storia a dei blogger nordafricani che diffusero la diceria, trasformata poi in fatto assodato dai media affamati di notizie con le quali angosciare i lettori.

In queste condizioni, il giornalismo serio dovrebbe evitare di trasformare un “si dice” in un “sicuramente” come ha fatto Il Tempo. Soprattutto su notizie che possono causare allarme come questa.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Una scena del prossimo Doctor Who verrà rimontata per rispetto verso i giornalisti decapitati

September 4, 2014 18:30, von Unbekannt - 0no comments yet

La cronaca amara e terribile delle decapitazioni dei giornalisti James Foley e Steven Sotloff da parte di un gruppo d'invasati che non merita neanche di essere citato per nome si fa sentire anche in un mondo così positivo e lontano da queste tragedie disumane come quello di Doctor Who.

La BBC ha annunciato che la puntata di Doctor Who in onda questo sabato sera nel Regno Unito (Robot of Sherwood) verrà rimontata per togliere una scena, girata a febbraio scorso, nella quale un personaggio viene decapitato.

Non descrivo ulteriori dettagli per non anticipare nulla a chi segue la serie in differita grazie alla Rai, ma dato che ho visto la versione non tagliata della puntata, che contiene quella scena a 38:40 dall'inizio, dico solo che concordo con la scelta della BBC. Lasciarla avrebbe mancato di rispetto ai giornalisti uccisi, perché tratta l'argomento con una leggerezza che in questo momento sarebbe stridente.

Non sarà facile per i realizzatori di Doctor Who riuscire a tagliarla, dato che è un elemento decisamente importante della trama della puntata, ma è un tributo di sensibilità che ogni whoviano saprà comprendere.
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Antibufala preventiva: asteroide 2014 RC passerà a 40.000 km dalla Terra, senza far danni

September 4, 2014 8:34, von Unbekannt - 0no comments yet

Credit: NASA/JPL-Caltech
So che il mio passato di annunciatore di passaggi ravvicinati di asteroidi ha qualche macchia, ma da allora ne ho uno che porta il mio nome e quindi ho imparato a essere più preciso nell'indicare i nomi di questi corpi celesti. Per cui faccio il pignolo e segnalo che la NASA ha pubblicato un articolo secondo il quale l'asteroide 2014 RC passerà domenica 7 settembre a circa 40.000 chilometri dalla Terra (un decimo della distanza Terra-Luna) senza fare danni. Non rispondo di altri eventuali asteroidi o meteore.

Si stima che 2014 RC abbia un diametro di circa 20 metri. Al momento di minima distanza sarà grosso modo sopra la Nuova Zelanda e potrebbe essere visibile agli astrofili ben attrezzati: non sarà comunque visibile a occhio nudo.

L'aspetto più interessante della notizia è che l'asteroide è stato scoperto soltanto il 31 agosto scorso. Se fosse stato in rotta di collisione con la Terra, avremmo avuto ben poco preavviso: quel poco di preavviso che abbiamo è merito degli astronomi che sorvegliano il cielo.

Se fosse stato in traiettoria di collisione, che danni avrebbe fatto? Dipenderebbe dalla sua composizione (roccia ferrosa compatta o semplice aggregato di polvere), dalla velocità relativa e dall'angolo d'impatto. Secondo Impact Earth, nel peggiore dei casi (alta densità, 72 km/sec e 90 gradi) il problema principale sarebbe l'onda d'urto, che farebbe crollare anche edifici multipiano, sfonderebbe le finestre e abbatterebbe fino al 90% degli alberi dell'area sottostante.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



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