Puntata del Disinformatico RSI del 2019/04/19
abril 20, 2019 12:23È disponibile lo streaming audio della puntata del 19 aprile del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera.
La versione podcast solo audio (senza canzoni, circa 20 minuti) è scaricabile da questa sezione del sito RSI (link diretto alla puntata) oppure qui su iTunes (per dispositivi compatibili) e tramite le app RSI (iOS/Android); la versione video (canzoni incluse, circa 55 minuti) è nella sezione La radio da guardare del sito della RSI ed è incorporata qui sotto.
Buona visione e buon ascolto!
Momo non c’è più
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Credit: The Sun. |
Momo era una scultura creata dall’artista giapponese Keisuke Aiso e presentata a una mostra d’arte a Tokio nel 2016. In realtà non si chiamava Momo, ma Mother bird (“uccello madre”) e rappresentava un ubume, una sorta di fantasma secondo la mitologia giapponese. L’immagine della scultura è stata poi ripresa su Reddit e diffusa come meme.
Ai primi di marzo scorso, Aiso ha dichiarato a The Sun (che non linko qui perché l’articolo è pieno di immagini sensazionaliste basate su Momo) che l’opera stava marcendo e cadendo a pezzi e quindi l’ha gettata via l’anno scorso. Ha dichiarato che “i bambini possono stare tranquilli che Momo è morta. Non esiste e la maledizione non c’è più”. O più precisamente, la maledizione non è mai esistita.
Fonte: Kotaku.
Google Play ospitava app che cliccavano da sole sulle pubblicità
abril 19, 2019 6:51I criminali informatici sono decisamente pieni di inventiva. Buzzfeed ha scoperto che su Google Play c’erano sei app che, una volta installate sugli smartphone degli utenti, cliccavano da sole sulle pubblicità, generando guadagni fraudolenti per i gestori di queste app, e mandavano in Cina i dati degli utenti.
I clic automatici nascosti sulle pubblicità avvenivano anche quando le app erano inattive, causando un aumento del traffico di dati e del consumo di batteria.
Le app sono state rimosse: si chiamavano Selfie Camera (che aveva da sola oltre 50 milioni di scaricamenti), Omni Cleaner, RAM Master, Smart Cooler, Total Cleaner e AIO Flashlight. Tutte erano legate allo sviluppatore di app cinese DU Group e avevano totalizzato oltre 90 milioni di download e quindi, presumibilmente, di installazioni.
Novanta milioni di smartphone che cliccano sulle pubblicità a insaputa degli utenti sono un esercito di cliccatori inconsapevoli che avrebbero potuto generare incassi fraudolenti enormi per i gestori della pubblicità, ma il loro piano è stato sventato.
Conviene, come sempre, evitare di installare app di fonte sconosciuta, anche se hanno milioni di download.
Facebook: ops, quelle decine di migliaia di password Instagram conservate in chiaro sono in realtà milioni
abril 19, 2019 6:38Le figuracce di Facebook sembrano non voler finire mai. Il social network ha dichiarato di aver raccolto involontariamente le rubriche degli indirizzi di mail di circa un milione e mezzo di utenti senza il loro permesso.Questa raccolta è la conseguenza inattesa di un’altra scelta infelice di Facebook: quella di chiedere le password della mail ad alcuni suoi utenti (come ho raccontato qui il 5 aprile scorso). Però ha detto che ha smesso e non lo farà più.
Non è finita: Facebook ha aggiornato un proprio comunicato stampa di marzo scorso, intitolato ironicamente “Keeping Passwords Secure” (“Tenere al sicuro le password”), perché è emerso che le password di Instagram che stava conservando internamente in chiaro, senza alcuna protezione crittografica, non erano alcune decine di migliaia come annunciato inizialmente ma sono molte di più.
“Abbiamo scoperto altri log di password di Instagram che venivano conservati in un formato leggibile... stimiamo ora che questa questione abbia interessato milioni di utenti Instagram”.
È vero che le password non risultano essere state trafugate. Ma è anche vero che la scoperta di altri log di password prima ignoti non rassicura granché sull’affidabilità delle dichiarazioni dell’azienda di Zuckerberg, che sembra non avere alcun controllo sulle proprie iniziative interne e sui propri metodi di operare.
Come sempre quando c’è di mezzo una raccolta insicura di password, è consigliabile cambiare password di Instagram e cogliere l’occasione per sceglierne una complessa, non ovvia e differente da quella usata altrove, e per attivare l’autenticazione a due fattori. In altre parole, cambiate la vostra password di Instagram prima che lo faccia qualcun altro per voi.
Studente usa una chiavetta USB killer sui computer del suo college
abril 19, 2019 5:32Forse non tutti sanno che esistono delle cosiddette “chiavette USB killer”: dei dispositivi a forma di chiavetta USB che emettono una potente scarica elettrica in grado di danneggiare irreparabilmente un computer nel quale siano state inserite.Lo sapeva di certo il ventisettenne Vishwanath Akuthota, oggi ex studente del College of Saint Rose ad Albany, nello stato di New York. In tribunale si è infatti dichiarato colpevole di aver distrutto o tentato di distruggere ben 66 computer del suo campus, per un valore di alcune decine di migliaia di dollari, usando appunto su di essi una chiavetta USB killer a febbraio di quest’anno.
Akuthota rischia ora fino a dieci anni di carcere e una sanzione di circa 250.000 dollari, oltre a dover risarcire i danni che ha causato.
Le ragioni del gesto dell’ex studente sono ignote, mentre è invece ben nota la straordinaria tecnica investigativa usata dagli inquirenti per dimostrare la colpevolezza di Akuthota: l’ex studente si è videoregistrato con il suo iPhone mentre inseriva la chiavetta nei computer. Un piano ben studiato, insomma.
I dettagli del caso sono stati pubblicati dal Dipartimento di Giustizia, dall’FBI e dal Dipartimento di Polizia di Albany.
Fonti aggiuntive: The Register, The Verge.