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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Soyuz in avaria, aggiornamento (2022/12/20)

20 de Dezembro de 2022, 20:47, por Il Disinformatico
A destra, la Soyuz in avaria viene esaminata tramite il braccio robotico ERA.

Il 15 dicembre un veicolo russo Soyuz attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale ha avuto una perdita esterna di un liquido imprecisato che è durata alcune ore, come ho raccontato qui. Le persone a bordo della Stazione non sono in pericolo, ma il veicolo che tre di loro dovrebbero usare per tornare sulla Terra è in avaria.

La NASA ha pubblicato un aggiornamento sulla situazione: Roscosmos ha identificato la fonte della perdita, che è il circuito esterno di raffreddamento della Soyuz. I controllori di volo di Roscosmos hanno effettuato con successo una prova dei motori di manovra della Soyuz. La temperatura e l’umidità all’interno del veicolo sono entro i limiti accettabili. La NASA sta collaborando all’indagine sull’accaduto con il braccio robotico Canadarm 2 per esaminare l’esterno della Soyuz; questo esame è previsto per il 18 dicembre e ha comportato lo slittamento di un’attività extraveicolare statunitense, che avverrà il 21 invece del 19.

Eric Berger su Ars Technica nota che il problema principale è costituito dai computer di volo della Soyuz, che rischiano di surriscaldarsi; servono per il calcolo della traiettoria precisa di rientro in modo che il veicolo atterri in un punto specifico del Kazakistan, dove lo attendono le squadre di recupero. Senza questi computer, la procedura dovrebbe essere eseguita manualmente, riducendo notevolmente la precisione del punto di atterraggio. Le indiscrezioni pubblicate dalla stampa russa su un surriscaldamento oltre 50°C sono state smentite da Roscosmos. Un successivo precisato di Roscosmos ha dichiarato che le temperature nella Soyuz variano da 28 a 30 gradi.

L’avaria al circuito esterno di raffreddamento comporta il problema che il calore che si accumula all’interno del veicolo non può essere dissipato esternamente, e la collocazione dei computer di volo, piuttosto incassati, rende difficile raffreddarli tramite aria fresca della Stazione immessa attraverso il portello di attracco della Soyuz.

Katya Pavlushchenko segnala che la TASS ha annunciato che i cosmonauti hanno collegato della ventilazione aggiuntiva alla Soyuz, immettendo aria dalla Stazione. Uno dei cosmonauti ha detto che nel veicolo fa più caldo del normale ma la temperatura è accettabile. Sempre la TASS nota che sono state inviate ai cosmonauti nuove istruzioni di atterraggio che sostituiscono quelle finora correnti e vanno usate solo in caso di rientro in emergenza.

Una particolarità della situazione è che la Stazione ora si trova in uno stato di cosiddetto high beta, ossia è permanentemente esposta al sole mentre orbita intorno alla Terra e non finisce mai nel cono d’ombra del nostro pianeta. Non si sa se questa condizione abbia contribuito o causato al danno, ma di certo può causare surriscaldamenti, e quindi si sta valutando di anticipare il rientro dell’equipaggio di questa Soyuz (i due cosmonauti russi Sergey Prokopyev e Dmitri Petelin e l’astronauta statunitense Frank Rubio) a prima della fine del mese se si decide che il rischio di surriscaldamento progressivo non consente di attendere la data di rientro prevista, ossia marzo 2023.

Non si sa, inoltre, se siano stati danneggiati altri componenti del veicolo. L’ipotesi più plausibile, al momento, è un impatto di un micrometeorite, che potrebbe aver causato altri effetti indesiderati. Si attende l’ispezione visiva per poter valutare meglio la situazione.

Se dovessero risultare danni peggiori, sarà necessario anticipare la partenza della prossima Soyuz e farla volare senza equipaggio fino alla Stazione. Fino a quel momento, in caso di problemi di salute o di emergenza grave a bordo della Stazione, Prokopyev, Petelin e Rubio resterebbero senza una scialuppa per per rientrare.

Gli scenari possibili sono quindi i seguenti:

  1. La Soyuz rimane attraccata fino a marzo e l’equipaggio la usa per rientrare.
  2. La Soyuz viene usata per far rientrare in anticipo l’equipaggio.
  3. Viene lanciata una Soyuz sostitutiva vuota, guidata da terra, e quella attraccata in avaria viene sganciata e fatta rientrare tramite comando remoto, portando eventualmente del carico (materiale o esperimenti che devono tornare sulla Terra): fattibile (le Soyuz sono fatte per essere teleguidate e ci sono punti di attracco disponibili nella sezione russa della Stazione) ma richiede tempi lunghi di approntamento ed è costoso (significa sacrificare un intero vettore Soyuz oltre al veicolo spaziale vero e proprio) e la Russia in questo momento ha ancora meno soldi del solito.

Aggiornamento 2022/12/20 19:00

Tramite Katya Pavlushchenko, segnalo che Roscosmos ha confermato su Telegram che la probabile ubicazione del danno è stata identificata e che la temperatura di bordo è stata ridotta. In un successivo aggiornamento sul proprio sito, l’agenzia spaziale russa ha scritto che “i cosmonauti russi a bordo della Stazione continuano a lavorare secondo quanto pianificato; le loro vite e la loro salute non sono in pericolo [...] secondo le informazioni preliminari, il danno potrebbe essere stato causato da un micrometeoroide o da un detrito spaziale sul radiatore esterno, situato nella sezione strumenti della navicella [...]”.

Inoltre Yuri Borisov, direttore di Roscosmos, ha aggiunto alcuni dettagli tecnici: il diametro del foro è di circa 0.8 millimetri; le decisioni sulle azioni da intraprendere verranno prese il 27 dicembre; se ci sono dubbi sulla sicurezza della Soyuz-MS22, verrà sostituita con la Soyuz-MS23, che può essere approntata per il volo per il 19 febbraio 2023. In una conversazione con i cosmonauti russi, Borisov ha chiesto loro di salutare l’equipaggio statunitense per aver dimostrato “dignità e una mano tesa in questa situazione”

Il direttore di Roscosmos ha successivamente dichiarato, in un’intervista a una TV russa, che gli statunitensi hanno offerto varie opzioni di aiuto, compresa quella di riportare sulla Terra l’equipaggio della Soyuz usando veicoli americani, ma è stato deciso che questo aiuto non sarà necessario.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


Firefox, come scegliere fra visualizzare i PDF e scaricarli

18 de Dezembro de 2022, 12:06, por Il Disinformatico

Firefox normalmente visualizza direttamente i documenti PDF, ma questo può essere un problema se si tratta di documenti molto grandi, la memoria disponibile è poca e la connessione è lenta. Si può ovviare a questo problema come segue:

  • andando nelle preferenze (clic sui tre trattini a destra)
  • scegliendo Impostazioni dal menu a tendina che compare
  • scorrendo giù fino alla sezione File e applicazioni
  • digitando pdf nella casella di ricerca Applicazioni
  • cliccando sulla freccia rivolta in basso accanto a PDF
  • scegliendo dal menu a tendina Chiedi sempre

In questo modo Firefox chiederà ogni volta cosa deve fare con un link che porta a un PDF. Si può anche chiedergli di scaricarli direttamente scegliendo Salva file.

Il difetto di scegliere Salva file è che quando si clicca su un link a un PDF trovato da Google o su un social network, lo scarica e basta ed è difficile procurarsi il link, per esempio per indicarlo a qualcun altro, perché il link fornito da Google è alterato da Google e quello sui social network è spesso abbreviato e dipende dal social network invece di essere quello diretto. Usate quindi con cautela quest’opzione.

 

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


50 anni fa finiva la prima esplorazione umana della Luna: pronta l’edizione speciale di “L’ultimo uomo sulla Luna”

18 de Dezembro de 2022, 7:05, por Il Disinformatico

Esattamente cinquant’anni fa, gli astronauti di Apollo 17 erano sulla via del ritorno, dopo tre giorni di esplorazione geologica della superficie lunare, con un carico preziosissimo di reperti che ancora oggi vengono studiati per conoscere la storia della Luna e della Terra. 

Il blog Apollo 17 Timeline, a cura di Gianluca Atti, al quale ho il piacere di collaborare, raccoglie le testimonianze giornalistiche e le immagini di allora e alcuni degli eventi commemorativi della missione, comprese interviste recenti con Harrison Schmitt, che è tuttora l’unico geologo della storia ad aver mai lavorato su un altro corpo celeste.

Come avevo preannunciato, l’editore Cartabianca, con il quale collaboro ormai da tempo per le traduzioni in italiano delle autobiografie degli astronauti delle missioni Apollo, è riuscito a preparare in tempo per il cinquantenario un’edizione aggiornata, ampliata e arricchita di immagini di L’ultimo uomo sulla Luna, l’autobiografia di Gene Cernan, che fu appunto l’ultima persona a camminare sul suolo lunare e fu comandante di quella missione Apollo 17 che tuttora segna la fine – almeno per ora – dell’esplorazione umana del nostro satellite.

La terminologia di questa edizione speciale è stata allineata agli standard che sono stati usati per l’altra autobiografia astronautica già uscita presso Cartabianca, ossia Forever Young (autobiografia di John Young), e che verranno adottati per la traduzione italiana di Carrying the Fire (autobiografia di Michael Collins), che è in lavorazione. Per tutti e tre i libri ho curato la revisione tecnica e per Carrying the Fire sto coordinando tutta la traduzione insieme a un gruppo di colleghi e colleghe per farla uscire entro la fine del 2023.

Se volete dare un’occhiata alla nuova edizione di L’ultimo uomo sulla Luna, l’editore ha creato un minivideo delle primissime copie arrivate dalla tipografia:

C’è anche un’anteprima scaricabile gratuitamente in formato PDF.

Questa edizione speciale del libro è acquistabile subito, su carta e in e-book, sul sito dell’editore, a 21,90 euro per l’edizione cartacea e 9,99 euro per la versione digitale, con un’estesa sezione di fotografie a colori su carta patinata e in bianconero all’inizio di ogni capitolo, molte delle quali sono inedite e provengono dagli archivi della famiglia Cernan; l’edizione base, senza foto interne e con un numero inferiore di pagine, resterà in vendita a prezzo speciale (15 euro) fino all’esaurimento.

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50 anni fa fu scattata questa memorabile foto del nostro pianeta; edizione speciale dell’autobiografia del comandante della missione che la scattò

18 de Dezembro de 2022, 7:00, por Il Disinformatico
La Terra fotografata dagli astronauti della missione Apollo 17. Restauro digitale dalla pellicola originale a cura di Andy Saunders.

Questa è la Blue Marble, la lucente “biglia blu” sospesa nel nero infinito dello spazio, così brillante da rendere invisibili le stelle. È una delle fotografie più celebri del nostro pianeta, una delle poche che lo ritraggono quasi completamente illuminato dal Sole e con un’angolazione che permette di apprezzare la vastità dell’Antartide. Fu scattata esattamente cinquant’anni fa dall’equipaggio della missione Apollo 17, che è tuttora l’ultima ad aver portato esseri umani sulla Luna.

La missione era partita dalla Terra poche ore prima, alle 6.33 italiane del 7 dicembre 1972, e al momento dello scatto era già uscita dall’orbita bassa intorno al nostro pianeta per dirigersi verso la Luna.

Quella biglia blu è l’unica oasi, in tutto l’Universo conosciuto, nella quale possiamo vivere senza dover ricorrere a scafandri e abitacoli pressurizzati, portando con noi tutto, dall’aria al cibo all’acqua. È l’unico corpo celeste sul quale possiamo camminare senza essere arrostiti dal calore, uccisi dal freddo, distrutti dalle radiazioni; del quale possiamo respirare l’atmosfera, e della cui vita possiamo nutrirci. Eppure manchiamo quotidianamente di rispetto per quest’oasi, dandola per scontata e devastandola con lo spreco quotidiano prodotto da otto miliardi di esseri umani (alcuni ben più spreconi di altri). All’epoca di questa foto, sulla Terra eravamo in tre miliardi e mezzo.

Se vi interessa, gli eventi di quel giorno di viaggio lunare di mezzo secolo fa sono raccontati e illustrati con tante immagini e tanti ritagli dei giornali italiani dell’epoca su Apollo 17 Timeline, a cura di Gianluca Atti. Per i prossimi giorni e per tutta la durata della missione segnalerò su questo blog gli articoli man mano che si compirà il loro cinquantenario esatto. Questi sono gli articoli della giornata di oggi:

Per il cinquantesimo anniversario della missione, l’editore bolognese Cartabianca ha aggiornato e arricchito il libro L’ultimo uomo sulla Luna, la traduzione italiana di The Last Man on the Moon, l’autobiografia del comandante della missione, Gene Cernan, ultima persona a camminare sul suolo lunare nel ventesimo secolo.

Il libro è disponibile su carta e in e-book con 38 pagine extra (di cui 32 sono a colori) e con decine di fotografie. Come spiega l’annuncio dell’editore, la traduzione (di cui ho avuto l’onore di curare la parte tecnica insieme a vari esperti) “è stata ulteriormente rifinita, in modo da attenersi a quello che ormai è diventato lo standard creato della casa editrice per questo tipo di pubblicazioni specialistiche.” Cartabianca ha infatti in catalogo anche Forever Young (l’autobiografia di John Young, comandante di Apollo 16 e del primo Space Shuttle) e prossimamente pubblicherà anche “l’autobiografia di Michael Collins, indimenticato compagno di Armstrong e Aldrin nel leggendario equipaggio dell’Apollo 11” (ci sto lavorando insieme alla stessa squadra di esperti; vi racconterò maggiori dettagli nei prossimi giorni).

Attenzione: questa nuova edizione speciale de L’ultimo uomo sulla Luna è attualmente in tipografia e, per citare l’editore, “Come gli equipaggi Apollo non sapevano se sarebbero riusciti ad arrivare sulla Luna, così anche noi non sappiamo se riusciremo a farvi avere la nuova edizione entro Natale. Ma in ogni caso vi invitiamo a visitare il nostro sito e a celebrare assieme a noi il cinquantenario dell’ultimo uomo sulla Luna, magari pre-ordinando il nuovo libro in arrivo. Ad astra!”

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Podcast RSI - Caos di Twitter, giornalisti epurati e nuove regole; truffa lampo su PayPal

17 de Dezembro de 2022, 11:49, por Il Disinformatico
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È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto: lo trovate presso www.rsi.ch/ildisinformatico (link diretto) e qui sotto.

Nota: La versione pubblicata inizialmente aveva, a 8:12 circa, un errorino di montaggio: colpa mia. La versione attuale è stata corretta.

Le puntate del Disinformatico sono ascoltabili anche tramite feed RSS, iTunes, Google Podcasts e Spotify.

Buon ascolto, e se vi interessano il testo integrale e i link alle fonti di questa puntata, sono qui sotto.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.


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