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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , par profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

“Luna? Sì, ci siamo andati!” diventa un sito: edizione 2018 massicciamente aggiornata

December 30, 2017 10:54, par Il Disinformatico

Dopo una lunga pausa ho rimesso mano al mio libro di risposte alle tesi di complotto intorno agli sbarchi sulla Luna e l'ho trasformato da testo cartaceo, EPUB e PDF in un sito (tinyurl.com/luna2018). I primi tre capitoli sono già online in forma completa; gli altri seguiranno man mano.

So che a molti dispiacerà che non ci sia più un’edizione cartacea, ma mi sono dovuto arrendere al fatto che tenere aggiornato un testo cartaceo così ricco di illustrazioni e reimpaginarlo a ogni minima modifica era un incubo che mi paralizzava; per non parlare dei costi e della logistica di stampare e portare in giro chili di carta. Anche la versione EPUB stava diventando ingestibile per lentezza e dimensioni.

Con la versione attuale, invece, posso includere immagini a colori e in altissima risoluzione; posso incorporare anche video e animazioni; e posso aggiornare, linkare e correggere al volo qualunque parte del testo, ripubblicandola istantaneamente. Infatti mi sto divertendo tantissimo ad aggiungere finalmente tutte le chicche che avevo accumulato negli appunti. Inoltre questa edizione è pensata per essere fruibile anche sugli schermi piccoli dei telefonini, ed è facile da linkare per rispondere alle singole obiezioni dei lunacomplottisti.

Se qualcuno vuole sviluppare un’app, generare un EPUB o un PDF partendo dal mio testo, è libero di farlo, purché rispetti le condizioni di licenza Creative Commons che trovate nel sito.

Se conoscete già le versioni precedenti di Luna?, troverete già ora molte foto in più, molti link aggiunti e un paio di sezioni aggiuntive. I prossimi capitoli saranno ancora più ricchi e rinnovati, pronti per affrontare l’inevitabile ondata di baggianate della stampa generalista e dei lunacomplottisti che arriverà nel 2019, intorno al cinquantesimo anniversario del primo sbarco sulla Luna.

Buona lettura.



Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



“Luna? Sì, ci siamo andati!” edizione 2018, massicciamente aggiornata

December 30, 2017 7:38, par Il Disinformatico

Dopo una lunga pausa ho rimesso mano al mio libro di risposte alle tesi di complotto intorno agli sbarchi sulla Luna e l'ho trasformato da testo cartaceo, EPUB e PDF in un sito (tinyurl.com/luna2018). I primi tre capitoli sono già online in forma completa; gli altri seguiranno man mano.

So che a molti dispiacerà che non ci sia più un’edizione cartacea, ma mi sono dovuto arrendere al fatto che tenere aggiornato un testo cartaceo così ricco di illustrazioni e reimpaginarlo a ogni minima modifica era un incubo che mi paralizzava; per non parlare dei costi e della logistica di stampare e portare in giro chili di carta. Anche la versione EPUB stava diventando ingestibile per lentezza e dimensioni.

Con la versione attuale, invece, posso includere immagini a colori e in altissima risoluzione; posso incorporare anche video e animazioni; e posso aggiornare, linkare e correggere al volo qualunque parte del testo, ripubblicandola istantaneamente. Infatti mi sto divertendo tantissimo ad aggiungere finalmente tutte le chicche che avevo accumulato negli appunti. Inoltre questa edizione è pensata per essere fruibile anche sugli schermi piccoli dei telefonini, ed è facile da linkare per rispondere alle singole obiezioni dei lunacomplottisti.

Se qualcuno vuole sviluppare un’app, generare un EPUB o un PDF partendo dal mio testo, è libero di farlo, purché rispetti le condizioni di licenza Creative Commons che trovate nel sito.

Se conoscete già le versioni precedenti di Luna?, troverete già ora molte foto in più, molti link aggiunti e un paio di sezioni aggiuntive. I prossimi capitoli saranno ancora più ricchi e rinnovati, pronti per affrontare l’inevitabile ondata di baggianate della stampa generalista e dei lunacomplottisti che arriverà nel 2019, intorno al cinquantesimo anniversario del primo sbarco sulla Luna.

Buona lettura.



Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
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Un anno di informatica in rassegna

December 29, 2017 8:59, par Il Disinformatico

Sì, la questione informatica dell’anno che si sta chiudendo è sicuramente la fake news, ma il 2017 è stato caratterizzato da molti altri eventi digitali. la BBC ne riassume alcuni dei più significativi.

Per esempio, i televisori 3D, che dovevano essere una novità irresistibile, sono invece praticamente spariti dai cataloghi dei nuovi prodotti a inizio 2017. Chissà se gli schermi curvi, che sono la moda del momento, faranno la stessa fine.

C’è stato anche il ritorno del telefonino non-smart, quando Nokia ha presentato la versione aggiornata del suo classico 3310.

A marzo 2017 ha tenuto banco la storia che CIA ed MI5 avevano collaborato per violare le smart TV della Samsung in modo da registrare l’audio ambientale anche quando erano in apparenza spente e poi inviare le registrazioni ai server delle spie: il nome usato per l’operazione, Weeping Angel, ha fatto contenti i fan di Doctor Who.

Ad aprile è stato il turno di una frode da cento milioni di dollari ai danni di Facebook and Google, compiuta mandando alle contabilità di queste aziende delle mail che sembravano provenire da un fabbricante in Asia e fornivano invece le coordinate bancarie del truffatore, che si sospetta sia un lituano.

A maggio è arrivata la mazzata di WannaCry: un attacco di ransomware che ha toccato tutto il mondo, bloccando decine di migliaia di computer Windows e portando alla paralisi numerose aziende grandi e piccole e molti servizi pubblici, compresi alcuni ospedali, che non avevano aggiornato i propri sistemi informatici.

Il mese successivo un altro attacco informatico ha colpito l’Ucraìna e poi si è diffuso al resto del mondo attraverso un aggiornamento di un software fiscale. I danni ad aziende come Maersk, FedEx e altre sono stati enormi: si stima oltre un miliardo di dollari di danni.

A luglio i bitcoin sono stati sotto i riflettori per una scissione interna che aveva l’intento di risolvere i rallentamenti del sistema di gestione della criptovaluta, che all’epoca valeva 2400 dollari (oggi siamo oltre i 15.000). I rallentamenti non sono stati risolti: ora una transazione viene confermata in media in circa 24 ore.

Agosto, invece, ha visto un brutto caso giornalistico informatico: MalwareTech, l’utente anonimo che aveva sventato in gran parte l’attacco planetario di Wannacry, è stato identificato e smascherato dai giornali britannici ed è stato poi arrestato dall’FBI con l’accusa di aver sviluppato malware bancario vari anni fa. L’informatico è ora in attesa di giudizio e si dichiara innocente.

A settembre Apple ha visto trafugati i dati salienti del suo nuovo iPhone X prima del lancio ufficiale, nonostante l’azienda avesse assunto ex dipendenti FBI e NSA per impedire fughe di notizie.

Ottobre è stato un mese interessante per Amazon, che si è vista frodata per 1,2 milioni di dollari da un una coppia di truffatori che usava centinaia di identità false per ordinare merci e poi denunciava difetti inesistenti per avere un rimpiazzo intanto che rivendeva gli esemplari ricevuti inizialmente. La coppia è stata arrestata.

La guida autonoma ha vissuto un brutto momento mediatico a novembre, quando il servizio di autobus navetta senza conducente di Navya, a Las Vegas, ha avuto il primo (lieve) incidente meno di un’ora dopo il debutto. Per colpa di un altro conducente umano, ma fa niente.

Ed eccoci a dicembre: sta ancora tenendo banco il rallentamento intenzionale degli smartphone di Apple, con tanto di azioni legali dei consumatori, scuse di Apple, offerte di cambio batteria a prezzi ridotti e istruzioni per il fai da te. Staremo a vedere cosa ci riserverà il 2018. Buon anno.

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Localizzare uno smartphone anche a GPS spento si può

December 29, 2017 8:52, par Il Disinformatico

Vi racconto una storia d’informatica un po’ inquietante per chiudere l’anno del Disinformatico radiofonico perché credo che sia un ottimo esempio di come dati di per sé apparentemente innocui possono essere aggregati per ottenere informazioni sensibili e di come dobbiamo essere quindi molto attenti a quali dati lasciamo in giro.

Sappiamo tutti che uno smartphone sui quali sono attivi i servizi di localizzazione (GPS, soprattutto) è localizzabile da qualunque società che gestisce app alle quali avete dato i permessi di tracciamento, e che anche a GPS spento gli operatori telefonici, le forze dell’ordine e i servizi di soccorso sono in grado di localizzare qualunque telefonino acceso. Molti utenti sono convinti che per evitare il tracciamento commerciale (o da parte di un partner ficcanaso) basti disattivare la localizzazione. Non è così.

Alcuni ricercatori della Princeton University hanno creato un’app dimostrativa, chiamata PinMe, che consente di tracciare un telefonino a GPS spento, usando soltanto i dati raccolti dai vari sensori presenti nello smartphone (iOS o Android). La loro ricerca, pubblicata presso il sito dell'IEEE (PinMe: Tracking a Smartphone User around the World, accessibile a pagamento ma riassunta da Naked Security) mostra come i dati del barometro, dell’altimetro, del giroscopio, dell’accelerometro, del magnetometro e dell’orologio presenti nello smartphone siano sufficienti a determinare dove si trova un utente se li si aggrega e confronta con i dati pubblicamente disponibili.

Per esempio, l’accelerometro consente di capire il tipo di movimento: se è lento e oscillante, l’utente sta camminando. Se è più veloce e fa svolte a 90 gradi, l’utente sta andando in auto, in moto o in bici. Velocità superiori e curve ampie indicano l’uso di un treno o di un aereo. Se il barometro indica una pressione ridotta è un aereo. Incrociando per un po' di tempo i dati di pressione atmosferica con il fuso orario rilevato dal telefonino, con i dati pubblici di altimetria e con l’orientamento della bussola è possibile circoscrivere rapidamente la zona in cui può trovarsi l’utente.

A ogni svolta, per esempio, si riduce il numero di strade corrispondenti al percorso coperto. Durante una dimostrazione, i ricercatori hanno notato che bastano dodici svolte per sapere esattamente dove si trova l’auto nella quale l’utente si sta spostando.

I rimedi sono pochi. A parte la scelta drastica di smettere di usare uno smartphone e tornare a un telefonino classico, si può provare a togliere ogni app che non si usa più e a non installare app di dubbia provenienza. I ricercatori consigliano ai produttori di imporre ai sensori dei limiti alla frequenza con la quale raccolgono dati quando sono inattivi e di aggiungere degli interruttori fisici ai dispositivi, in modo da consentire di spegnere con certezza i sensori non utilizzati.
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Le password peggiori dell’anno

December 29, 2017 8:44, par Il Disinformatico

We Live Security ha pubblicato una classifica delle password più comuni, basata sulle password saccheggiate nel corso del 2017, che è stato un anno spettacolare da questo punto di vista.

Le presento senza commento perché sono desolanti. Anni di raccomandazioni buttati al vento.

1. 123456
2. password
3. 12345678
4. qwerty
5. 12345
6. 123456789
7. letmein
8. 1234567
9. football
10. iloveyou
11. admin
12. welcome
13. monkey
14. login
15. abc123
16. starwars
17. 123123
18. dragon
19. passw0rd
20. master
21. hello
22. freedom
23. whatever
24. qazwsx
25. trustno1
26. 654321
27. jordan23
28. harley
29. password1
30. 1234

Tenete presente che queste password sono nel repertorio di qualunque criminale o aspirante criminale informatico. Non usatele e assicuratevi che non le usi nessuno. E già che ci siete, attivate l’autenticazione a due fattori, se potete.

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