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Disinformatico

September 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Perché alla gente viene in odio l’informatica? L’esempio dell’Area C di Milano

September 3, 2018 18:46, by Il Disinformatico

Io mentre cerco di pagare
l’ingresso all’Area C di Milano.
Qualche giorno fa sono andato a Milano in auto. Per varie ragioni che non sto qui a spiegare, dovevo andarci direttamente in auto; non potevo usare mezzi pubblici o taxi. Non ho potuto usare la mia auto elettrica. Il luogo dove dovevo andare era appena al di fuori dell’Area C, la zona a traffico limitato di Milano. Ho sbagliato strada di poco e sono entrato per errore nell’Area C.

Nessun problema, penso io: posso andare online e pagare l’accesso entro mezzanotte del giorno del misfatto. Sono solo cinque euro; la prossima volta, se ci sarà, starò più attento. Ma c’è un piccolo, piccolissimo problema: io sto usando un’auto con targa svizzera, e a quanto pare per il Comune di Milano il mondo finisce al confine italiano, perché il software per pagare non accetta targhe straniere.

La ragione del singolare rifiuto è che normalmente, quando l’utente immette il numero di targa nel sito, il software accede ai database della pubblica amministrazione e ne ricava i dati di libretto, determinando se e quanto deve pagare quella specifica auto. Ingegnoso, ma gli sviluppatori non hanno fatto i conti con il concetto che in Svizzera le targhe sono trasferibili. Io ho due auto, ma una sola serie di targhe, che sposto da una all’altra. In questo modo posso circolare con una solo auto per volta e in cambio pago pochissimo sia di tassa di circolazione, sia di assicurazione. Ma per il Comune di Milano questo sistema è, a quanto pare, inconcepibile.

Infatti vado sull’apposita pagina del sito del Comune e acquisto senza problemi un ticket di pagamento (pagabile con PayPal, ottimo). Il ticket ha un PIN, che ora devo associare al mio numero di targa. Ma il software non riesce ad associare una classe alla mia targa.



Scelgo l’unica opzione possibile, che è Accesso a pagamento, e mi viene proposta questa scelta:



Non sto usando un’auto per un uso speciale e l’auto decisamente non è lunga più di 7,5 metri, per cui scelgo NO per entrambe le opzioni e clicco su Avanti. Mi aspetto di poter pagare, ma invece no: il mio veicolo “non rispetta le regole addizionali”. Quali siano queste regole, non si sa. Ma il sistema ha deciso che non posso pagare neanche volendo.



Faccio qualche tentativo alternativo: apro un account su MyAreaC e cerco di immettere la mia targa nel mio account. Lasciamo stare la profonda cretineide di un’interfaccia utente nella quale il pulsante per inserire una targa nuova è una cella grigia in una tabella (perché a quanto pare la usability, nella Grande Milano che ama i termini esterofili, non sanno cosa sia). Anzi no, non lasciamo stare, perché questo dedalo di ostacoli da superare e di interfacce concepite da un maniaco è esattamente la ragione per la quale la gente odia l’informatica: perché i sistemi vengono costruiti in modo ottuso, inflessibile e incomprensibile.

Tento anche la via tradizionale: una telefonata all’assistenza clienti. Ottengo in risposta solo la vocina automatica che dice che devo restare in linea per non perdere la priorità acquisita. Dopo venti minuti di attesa per difendere la mia “priorità” duramente conquistata, sono ancora lì a sentire l’estenuante musichetta. Accetto il suggerimento della vicina e lascio il mio numero di telefonino (ne ho uno italiano) per farmi richiamare. Mentre scrivo queste righe è ormai tarda sera e nessuno mi ha mai più richiamato. Complimenti, è davvero un bel modo di incoraggiare gli utenti a essere onesti.

Ho già speso quasi un’ora in tentativi inutili, e tutto questo per pagare cinque euro. Così chiedo aiuto ai lettori, e mi arriva rapidamente una risposta sconcertante: per essere onesto devo mentire.

Io la mia l'ho attivata selezionando la categoria "Accesso a pagamento" e poi attivando le due caselline di controllo aggiuntivo pic.twitter.com/5UzuMRE5QZ
— Enrico Lupo (@thelupus75) September 3, 2018


Sì, mentire, perché l’unico modo di immettere nel sistema una targa straniera è dichiarare di avere un veicolo per uso speciale che è anche lungo oltre 7,5 metri. Beh, dal mio punto di vista sono a Milano per un uso speciale, in effetti (non chiedete; non è importante), e a volte la mia Opel Mokka mi sembra lunga anche più di 7,5 metri, specialmente quando devo parcheggiarla negli strettissimi autosilo svizzeri che ancora usano le misure delle auto degli anni Settanta. Per cui mento. Spudoratamente mento.



Clicco con trepidazione su Avanti...



... e la menzogna a fin di bene funziona. Immetto l’indirizzo di mail e il numero di telefonino e mi arriva anche il messaggio di conferma.


Ho scritto un paio di tweet al Comune di Milano per avvisare della mia soluzione alle carenze del loro software.

@AreaCMilano Sono entrato oggi per errore in Area C. Ho comprato un PIN sul vostro sito. Ho creato un account su MyAreaC. Ma vostro sito non accetta targa svizzera. Come faccio a pagarvi? Grazie
— Paolo Attivissimo (@disinformatico) September 3, 2018


1. Per poter essere onesto e pagare i cinque euro di Area C di Milano ho dovuto dichiarare che la mia auto è lunga più di 7,5 metri ed è per uso speciale, altrimenti il sistema non prende la mia targa (svizzera). @ComuneMI, potreste sistemare il software? Grazie. pic.twitter.com/OTUI8HgjTt
— Paolo Attivissimo (@disinformatico) September 3, 2018


2. Me l'ha accettato. Ogni altra opzione rifiutava. E il vostro numero di telefono di assistenza non solo squillava occupato; non mi ha mai richiamato. Non è così che si incoraggia la gente a essere corretta. pic.twitter.com/4PanQ5dHhw
— Paolo Attivissimo (@disinformatico) September 3, 2018


3. Il vostro software non tiene conto del fatto che all'estero le targhe possono essere trasferibili (come le mie). Quindi non basta sapere la targa per classificare il veicolo. Se volete che gli svizzeri paghino l'Area C, dovete renderglielo possibile. Grazie.
— Paolo Attivissimo (@disinformatico) September 3, 2018




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Da oggi Attivissimo.me vi porta qui

September 3, 2018 11:56, by Il Disinformatico

Grafica di Gianluigi Gatti.
Come anticipato, da oggi questo blog è accessibile anche tramite i nomi di dominio Attivissimo.me, Attivissimo.ch e Attivissimo.it.

Ebbene sì, confesso che non ho saputo resistere al gioco di parole con il famoso film d’animazione Cattivissimo Me e con i suoi seguiti. Del resto, Attivissimo.me era libero e costa solo tre euro l’anno.

Ora il mio piano per la conquista del mondo è completo.
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Mini-falla nella Stazione Spaziale, foto pubblicate e poi rimosse. Eccole

August 31, 2018 15:05, by Il Disinformatico

Ieri è stata turata una piccola falla in uno dei veicoli Soyuz attraccati alla Stazione Spaziale Internazionale, come ho raccontato qui. Il problema non era critico ed è stato risolto, ma è nato un piccolo mistero a proposito delle foto della falla.

Le foto, infatti, sono state pubblicate inizialmente in un video della serie Space to Ground incluso in questo tweet. Le immagini erano a 1:18 dall’inizio. Ma il tweet è stato rimosso pochi minuti dopo e il video è stato eliminato (anche da Youtube) e poi ripubblicato senza le foto. Questa è la versione attuale:

The BEST experiment is studying how life adapts in space and has the potential to be a game changer. Meanwhile, pressure is holding steady on the station after the crew patched up a small hole on a Soyuz spaceship. #SpaceToGround pic.twitter.com/uCNSwlkyuW
— Intl. Space Station (@Space_Station) 31 agosto 2018



@Noemi_Cogoni ha catturato lo spezzone del video che mostrava le immagini:

Il pezzo del video Space to Ground sul foro. pic.twitter.com/rpxusgcK8M
— Emi (@Noemi_Cogoni) 31 agosto 2018


Le foto rimosse sono tuttora visibili grazie a @NASASpaceflight qui e qui e grazie a @NicosPanoptikum. Le includo qui sotto alla massima risoluzione disponibile.





La forma estremamente regolare del foro può sorprendere, ma gli impatti ad altissima velocità producono comportamenti molto insoliti del metallo, per cui la forma in sé non indica nulla. Tuttavia è interessante notare quelli che sembrano essere graffi nella verniciatura, che in effetti somigliano molto allo scivolamento della punta di un trapano. Inoltre non sembra esserci un foro analogo nella copertura flessibile che è stata scostata per raggiungere il foro. In condizioni normali, ci si aspetterebbe che un oggetto impattante che trapassa il metallo ad altissima velocità dall’esterno lasci un foro anche nella copertura, ma nello spazio non bisogna mai dare nulla per scontato e non bisogna lasciarsi prendere dalla fantasia.

Se ci saranno novità, le pubblicherò qui.


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Minuscola falla sulla Stazione Spaziale: nessun pericolo ma evento importante

August 30, 2018 15:42, by Il Disinformatico

Intorno alle 7 EDT di mercoledì scorso (1:00 ora italiana di giovedì 30) i centri di controllo di Houston e Mosca che sorvegliano e gestiscono la Stazione Spaziale Internazionale hanno rilevato un piccolo calo di pressione a bordo.

Il fenomeno era talmente modesto (0,6 ml/ora) che i controllori non hanno interrotto il sonno dell’equipaggio, che è stato svegliato all’ora consueta e informato della situazione e delle procedure per localizzare la falla.

A bordo della Stazione ci sono sei persone: Drew Feustel (comandante), Ricky Arnold, Serena Auñón-Chancellor, Alexander Gerst, Oleg Artemyev e Sergey Prokopyev.

Secondo i resoconti pubblici della NASA, l’equipaggio ha localizzato la falla nella parte russa della Stazione. Si tratta di un foro di circa due millimetri di diametro nel modulo orbitale della Soyuz MS-09 (la parte cerchiata nell’immagine qui sopra), che è collegato al modulo Rassvet della sezione russa della Stazione. La Soyuz MS-09 è uno dei veicoli usati dall’equipaggio della Stazione per tornare sulla Terra, ma il modulo orbitale non è essenziale, perché viene abbandonato durante la prima fase del rientro.

La fuoriuscita d’aria è stata rallentata applicando temporaneamente del nastro di Kapton sulla falla, intanto che viene decisa una procedura di riparazione a lungo termine, e un’ora fa risultava azzerata. Sembra esserci un insolito disaccordo fra Mosca e Houston su come procedere: per ora prevale la linea russa di usare del sigillante per chiudere la falla, senza effettuare test preliminari.

Un eventuale peggioramento della falla potrebbe comportare il rientro anticipato di parte dell’equipaggio, ma sembra che la situazione sia perfettamente sotto controllo.

Eventi come questo sono molto rari (l’unico che mi viene in mente è quello avvenuto in seguito alla collisione fra il cargo Progress e la stazione russa Mir nel 1997) e sono di solito dovuti a una collisione con un micrometeoroide o con un piccolo frammento di un altro veicolo spaziale. La flemma con la quale è stata gestita questa perdita smonta il mito, tipico della fantascienza, secondo il quale un forellino del genere produrrebbe una depressurizzazione catastrofica in pochi secondi.


20:00. La falla è stata sigillata e la pressione è ora stabile, secondo Spaceflightnow. C’è una registrazione della discussione sul da farsi, trasmessa sul canale radio pubblico.



Fonti aggiuntive: Nasaspaceflight.com, Spaceflightnow. Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
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Facebook è sempre più un social per “vecchi”: i dati di Vincos sui social media

August 29, 2018 2:59, by Il Disinformatico

AGI ha pubblicato le stime di Vincenzo Cosenza (Vincos.it) sugli utenti italiani di Facebook: in totale 31 milioni attivi mensilmente (24 milioni ogni giorno tramite smartphone), un milione in più rispetto a un anno fa, ma il 40% in meno di adolescenti e 2 milioni in meno fra i 19 e 29 anni. A livello europeo, Facebook ha perso circa tre milioni di utenti. La fascia più consistente è fra 36 e 45 anni; l’unica fascia in crescita è quella dai 46 anni in su. Il 58% degli utenti italiani ha oltre 35 anni. Gli utenti invecchiano, e con loro i social network.

Maggiori dettagli sono qui su Agi.it. Su Vincos.it trovate anche le statistiche di popolarità dei social network e dei sistemi di messaggistica insieme all’Osservatorio sui social media, con i dati sull’utenza italiana. Gli utenti mensili sono i seguenti:

  1. Facebook: 31 milioni
  2. Youtube: 24 milioni
  3. Instagram: 14 milioni
  4. LinkedIn: 11 milioni
  5. Google+: 5,7 milioni
  6. Twitter: 7,9 milioni
  7. Pinterest: 6,1 milioni
  8. Tumblr: 2 milioni
  9. Snapchat: 1,6 milioni


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