Go to the content

Blogoosfero verdebiancorosso

Full screen Suggest an article

Disinformatico

Settembre 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Microsoft spegne i server DRM dei suoi libri digitali, che diventano illeggibili

Luglio 2, 2019 4:06, by Il Disinformatico

Questo articolo è il testo, leggermente ampliato, del mio podcast settimanale La Rete in tre minuti su @RadioInblu, in onda ogni martedì alle 9:03 e alle 17:03. 

“I libri cesseranno di funzionare”. No, non è il titolo di un film distopico o una previsione di qualche catastrofista: è la sintesi di un annuncio fatto da Microsoft per comunicare ai clienti dei propri libri digitali che da questo mese tutti i libri acquistati dagli utenti nell’apposito negozio online di Microsoft non saranno più leggibili.

Questi libri, infatti, sono protetti da un sistema anticopia, il cosiddetto Digital Rights Management o DRM, per cui per poterli leggere è necessario che Microsoft mantenga attivi i siti che gestiscono questo sistema. Ma l’azienda ha deciso invece di disattivarli e di rimborsare gli utenti per le loro spese.

Per fare un paragone, è come se una libreria chiudesse e il libraio irrompesse in casa vostra, senza il vostro consenso, e vi portasse via tutti i libri che vi ha venduto, lasciandovi i soldi equivalenti sul comodino. Ed è tutto legale.

I libri digitali protetti dai sistemi anticopia, infatti, vengono solo concessi in licenza all’utente, non venduti a tutti gli effetti, anche se i negozi Internet che offrono questi libri solitamente usano il verbo “comprare”. Questa licenza è revocabile, e in questo caso è stata revocata.

Non è il primo episodio del suo genere: anche Amazon e Apple, in passato, hanno revocato licenze e tolto ai clienti le copie delle canzoni, dei libri o dei film lucchettati dal DRM. Ora è il turno di un altro grande nome del mondo digitale, e come in passato ci si scandalizza brevemente e poi tutto torna come prima.

Il risultato di questa indifferenza dei consumatori e dei legislatori è che sono sempre più numerosi non solo i libri e i brani musicali digitali vincolati dal DRM, ma anche i dispositivi soggetti a questa stessa revocabilità. Jibo, per esempio, è un simpatico robottino da 900 dollari che ora è inservibile perché il sito che lo gestisce è stato chiuso dai produttori. Se avete un altoparlante smart Alexa di Amazon o quello di Google, tenete presente che il suo funzionamento dipende dalla disponibilità dei server appositi di queste aziende, senza i quali è praticamente inutile. E se pensate che sia improbabile che nomi grandi come Amazon o Google possano chiudere, o decidere di revocare questi servizi, tenete presente che è lo stesso ragionamento che hanno fatto i clienti dei libri digitali di Microsoft. Che adesso si trovano con una catasta di bit illeggibili.

Certo, esistono dei programmi che tolgono questi lucchetti digitali ai libri, ai film e alle canzoni, ma sono quasi sempre illegali, pochi sanno come usarli, e comunque ricostruire un libro alla volta una biblioteca accuratamente selezionata è impraticabile. Anche se il DRM viene proposto come sistema antipirateria, insomma, ancora una volta si ritorce contro il consumatore onesto, mentre i pirati continuano ad operare indisturbati.

Prima di fare acquisti, insomma, a noi utenti conviene leggere attentamente le avvertenze, o chiedere il consulto di un esperto, per capire se quello che compriamo è veramente nostro oppure è in realtà concesso soltanto in licenza revocabile. Altrimenti rischiamo di lasciare ai nostri figli il nulla digitale.


Fonti aggiuntive: BoingBoing, The Register, Wired.com.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Cerchio nel grano in Piemonte. No, non l'hanno fatto gli alieni

Luglio 1, 2019 5:45, by Il Disinformatico


Nella notte fra il 29 e il 30 giugno scorso è comparso in un campo piemontese questo cerchio nel grano. Non è opera di extraterrestri o di esperimenti militari segreti: è frutto del talento di un gruppo di circlemaker coordinati da Francesco Grassi.

Ttutti quelli che ancora pensano che non sia possibile che degli esseri umani possano creare cerchi nel grano così perfetti nel giro di una notte, senza luci o strumenti o guida dall’alto, dovrebbero farsi qualche domanda.

Questa è la squadra di circlemaker:





Questo è il tweet nel quale Francesco Grassi annuncia il cerchio e la composizione della squadra:

"Nocodehere 2019" crop circle made by Francesco Grassi (Piedmont,Italy) during the night between June 29 and June 30 2019 with Antonio Ghidoni,Rodolfo Rolando,Federico Lino,Stefano Bardelli,Simone Angioni,Mariangela Maritato,Gabriel Berretta,Cristina Bassanti,Luca Ferrero (droni) pic.twitter.com/mqKgyQdXVT
— Francesco Grassi (@francescograssi) July 1, 2019


Prevengo subito l’inevitabile domanda: di solito l’agricoltore è consenziente e gran parte del grano spianato viene comunque recuperato.


Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Ci vediamo su Focus TV il 18 luglio per parlare di complottismi lunari?

Luglio 1, 2019 4:00, by Il Disinformatico

Ora che è finito l’embargo, posso finalmente rivelare il motivo di questo tweet criptico:

Indovinate dove sto andando stamattina per una missione segretissimissima :) pic.twitter.com/ocUyx3rL7b
— Paolo Attivissimo (@disinformatico) June 12, 2019


Sono stato a Mediaset per registrare un programma speciale che andrà in onda il 18 luglio alle 21:15 su Focus TV (canale 35 del digitale terrestre). Prima verrà trasmesso il bel documentario inedito (assolutamente non complottista) Il giorno che camminammo sulla Luna; subito dopo ci sarà una chiacchierata fra me e Massimo Polidoro sul tema delle tesi di complotto intorno agli allunaggi. Questo è il trailer:


Il programma andrà in replica sabato 20 luglio alle 16.00. Ecco qualche foto del “dietro le quinte”:

Immagine promozionale ufficiale :-)

Ho portato in studio alcuni oggetti dimostrativi.

Massimo Polidoro alle prese con la registrazione del trailer.

Se lo studio vi sembra familiare, probabilmente ci avete azzeccato. È quello usato da una nota trasmissione di intrattenimento.


Dopo che sarà andato in onda, ricordatemi di raccontarvi un episodio gustoso avvenuto durante la pre-produzione del programma: credo che ci sarà da ridere di gusto.


Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Antibufala: la “videocassetta” dell’allunaggio (aggiornamento)

Giugno 30, 2019 3:36, by Il Disinformatico

Ultimo aggiornamento: 2019/06/30.

Rainews ha scritto (copia su Archive.org) che sarebbe stata ritrovata e messa all’asta “l’unica videocassetta originale rimasta dei primi passi dell’uomo sulla Luna”.

Già a questo punto della notizia è inutile perdere tempo a leggere il resto, perché è chiaramente scritta da qualcuno che non sa la differenza fra bobina di nastro e videocassetta e pensa che nel 1969 si usassero già disinvoltamente le videocassette. Lasciamo perdere e andiamo direttamente alla fonte, che ovviamente Rainews non si degna di linkare (suvvia, gente, siamo nel 2019 e siamo su Internet, mica al Televideo o sulla carta stampata: si possono anche usare i link).

La fonte è Sotheby’s (copia su Archive.org), che spiega infinitamente meglio le cose. Si tratta infatti di bobine di nastro magnetico da due pollici, non di videocassette, che contengono immagini più nitide e con un contrasto migliore di quello visto sui teleschermi domestici quella notte di cinquant’anni fa:

“three reels of 2-inch Quadruplex videotape transport viewers to the big screen monitor at Mission Control, with images clearer and with better contrast than those that the more than half-billion-person television audience witnessed that momentous July day on their home sets.”

Va chiarito subito che questi non sono i famosi “nastri perduti” dell’allunaggio: quelli erano nastri di telemetria multitraccia, sui quali era registrato anche il segnale video diretto, fuori standard, che arrivava dalla Luna, come raccontato in dettaglio in questa sezione del mio libro online Luna? Sì, ci siamo andati!

Queste tre bobine sono invece, nella migliore delle ipotesi, delle buone copie di seconda generazione, ottenute registrando non il segnale diretto che arrivava alla Luna ma la sua versione convertita al formato standard NTSC mettendo una normale telecamera televisiva davanti a un monitor ad alta persistenza sul quale venivano mostrate le immagini ricevute dalla Luna. Questo sistema, rozzo ma funzionale (oltre che l’unico disponibile all’epoca), causò una drastica perdita di qualità delle immagini.

Le bobine, secondo Sotheby’s, recano la dicitura “APOLLO 11 EVA | July 20, 1969 REEL 1 [–3]” e “VR2000 525 Hi Band 15 ips”, che sono guarda caso le stesse parole presenti sulle etichette di questa figura del mio libro, che ho tratto anni fa dal sito della DC Video, che guarda caso è la ditta citata da Sotheby’s (“In October 2008, George’s videotapes were played at DC Video, very possibly for the first time since they had been recorded”):



Sotheby’s dice che a dicembre 2008 questi nastri sono stati convertiti in formato digitale non compresso (“digitized directly to 10-bit uncompressed files, retaining their original 525 SD4/3 specifications and downloaded onto a one terabyte hard drive (which is included as a part of the sale of these three reels of videotape)”).

Dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo mi è arrivata la risposta di alcuni esperti del settore che avevo contattato: mi hanno confermato che il gruppo di ricerca che si era occupato del caso dei nastri originali perduti era già a conoscenza di queste bobine, registrate in formato NTSC a 525 linee a Houston, e le aveva già valutate, più di dieci anni fa, nell’ambito del progetto di restauro di queste immagini. Gli esperti hanno aggiunto che non si tratta affatto di esemplari unici: ci sono numerose copie analoghe.

In altre parole, non si tratta di videocassette, non si tratta di originali e non si tratta di esemplari unici. Questi nastri erano già ben conosciuti e non offrono nessuna miglioria, in termini di qualità o contenuti, rispetto alla diretta TV restaurata che abbiamo già. Pensateci bene prima di fare un’offerta all’asta.


Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Antibufala: la “videocassetta” dell’allunaggio

Giugno 29, 2019 15:53, by Il Disinformatico

Rainews ha scritto (copia su Archive.org) che sarebbe stata ritrovata e messa all’asta “l’unica videocassetta originale rimasta dei primi passi dell’uomo sulla Luna”.

Già a questo punto della notizia è inutile perdere tempo a leggere il resto, perché è chiaramente scritta da qualcuno che non sa la differenza fra bobina di nastro e videocassetta e pensa che nel 1969 si usassero già disinvoltamente le videocassette. Lasciamo perdere e andiamo direttamente alla fonte, che ovviamente Rainews non si degna di linkare (suvvia, gente, siamo nel 2019 e siamo su Internet, mica al Televideo o sulla carta stampata: si possono anche usare i link).

La fonte è Sotheby’s (copia su Archive.org), che spiega infinitamente meglio le cose. Si tratta infatti di bobine di nastro magnetico da due pollici, non di videocassette, che contengono immagini più nitide e con un contrasto migliore di quello visto sui teleschermi domestici quella notte di cinquant’anni fa:

“three reels of 2-inch Quadruplex videotape transport viewers to the big screen monitor at Mission Control, with images clearer and with better contrast than those that the more than half-billion-person television audience witnessed that momentous July day on their home sets.”

Va chiarito subito che questi non sono i famosi “nastri perduti” dell’allunaggio: quelli erano nastri di telemetria multitraccia, sui quali era registrato anche il segnale video diretto, fuori standard, che arrivava dalla Luna, come raccontato in dettaglio in questa sezione del mio libro online Luna? Sì, ci siamo andati! Queste tre bobine sono invece, nella migliore delle ipotesi, delle buone copie di seconda generazione, ottenute registrando non il segnale diretto che arrivava alla Luna ma la sua versione convertita, generata mettendo una normale telecamera televisiva davanti a un monitor ad alta persistenza sul quale venivano mostrate le immagini ricevute dalla Luna. Questo sistema, rozzo ma funzionale, causò una drastica perdita di qualità delle immagini.

Le bobine, secondo Sotheby’s, recano la dicitura “APOLLO 11 EVA | July 20, 1969 REEL 1 [–3]” e “VR2000 525 Hi Band 15 ips”, che sono guarda caso le stesse parole presenti sulle etichette di questa figura del mio libro, che ho tratto anni fa dal sito della DC Video, che guarda caso è la ditta citata da Sotheby’s (“In October 2008, George’s videotapes were played at DC Video, very possibly for the first time since they had been recorded”):



Sotheby’s dice che a dicembre 2008 questi nastri sono stati convertiti in formato digitale non compresso (“digitized directly to 10-bit uncompressed files, retaining their original 525 SD4/3 specifications and downloaded onto a one terabyte hard drive (which is included as a part of the sale of these three reels of videotape)”).

In altre parole, questi nastri erano già ben conosciuti e offrono forse una versione leggermente migliore, in termini di qualità, della diretta TV che avevamo già. Tutto qui. In ogni caso, se questa versione fosse migliore di quella restaurata dalla NASA, sarebbe un vero delitto se venisse comprata senza essere condivisa col mondo.


Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



This article's tags: disinformatico attivissimo