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Disinformatico

Settembre 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Fortnite, criminali riciclano denaro attraverso i V-Buck

Gennaio 22, 2019 6:05, by Il Disinformatico

Attenzione alle offerte troppo allettanti di V-Buck, le monete virtuali che si usano nel popolarissimo videogioco Fortnite: possono nascondere trappole e persino vere e proprie operazioni criminali di riciclaggio di denaro sporco.

Lo segnala un’indagine svolta dal quotidiano britannico The Independent insieme alla società di sicurezza informatica Sixgill. I criminali usano carte di credito rubate per acquistare V-Buck e poi rivendono questi V-Buck a prezzo scontato ai giocatori. In questo modo ottengono denaro pulito.

Non è il primo caso di crimine che coinvolge Fortnite e i suoi oltre 130 milioni di giocatori: ci sono app false che fingono di essere versioni speciali del gioco e invece scaricano altre app sui dispositivi dei giocatori che le installano; i truffatori lo fanno perché sono pagati ogni volta che una di queste altre app viene installata.

Ci sono anche i ladri di account Fortnite, che mettono in vendita questi account rubati e incassano lauti guadagni. I giocatori, infatti, comprano con i loro V-Buck accessori di gioco virtuali, come modelli di personaggi, skin di decorazione per l’equipaggiamento o le armi e movimenti per i propri personaggi, e li accumulano nel proprio account.

Se l’account viene rubato, il ladro si porta via anche questi accessori e li vende ad altri giocatori, che sono disposti a pagarli bene pur di mettere le mani su certi accessori particolarmente rari. C’è un mercato fiorente di account rubati, come indicato dal caso di un giovane sloveno che ha dichiarato di aver incassato circa ventimila euro in poco più di sei mesi con questa attività illecita.

Rubare un account è purtroppo molto facile, perché tantissimi giocatori usano per Fortnite lo stesso indirizzo di mail e la stessa password che adoperano altrove, per cui al ladro basta frugare un po’ nei tanti archivi di account rubati di altri servizi, che si trovano nei bassifondi di Internet, e vedere se vi trova quell’indirizzo di mail e una password abbinata. Quasi sicuramente quella password sarà quella usata anche su Fortnite.

Per fortuna anche difendersi da questi ladri è abbastanza facile: il primo passo è non cercare guai andando in giro su Internet a caccia di offerte di V-Buck scontati presso siti di dubbia reputazione, e non abboccare alle pubblicità ingannevoli che compaiono su Instagram e negli altri social network, come fanno invece tantissimi giocatori, soprattutto quelli più giovani. Conviene invece restare sui siti ufficiali di vendita di V-Buck, come per esempio quello del produttore di Fortnite, che è Epicgames.com. Certo, si paga, ma è meglio pagare che trovarsi derubati.

Il secondo passo è proteggere il proprio account Fortnite con una password robusta e differente da tutte le altre che si usano altrove, e poi attivare il doppio codice di sicurezza denominato autenticazione a due fattori, che si trova nelle impostazioni dell’account.

L’ultimo passo spetta ai genitori, ed è associare all’account una carta di credito prepagata invece di quella tradizionale, per consentire acquisti legittimi e al tempo stesso limitarli. Buon divertimento!

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



ANSA: l’eclissi di Luna “avviene quando la Luna raggiunge il punto più vicino al Sole (perigeo)”

Gennaio 20, 2019 10:37, by Il Disinformatico

ANSA, nella sezione Spazio & Astronomia, spiega (si fa per dire) in questo modo la prossima eclissi di Luna, e ovviamente tutti i giornali che si fidano ciecamente di ANSA copiaincollano questa scempiaggine:

Si parte il 21 gennaio con l'iniziativa dedicata all'osservazione della Superluna rossa, ossia l'eclissi totale che avviene quando la Luna raggiunge il punto più vicino al Sole (perigeo), che raggiungerà il culmine tra le ore 5.41 e le 6.43 del mattino.

Il dubbio che perigeo sia un termine sospetto da usare in riferimento a una distanza dal Sole, a quanto pare, non è venuto a nessuno.

Copia permanente su Archive.org. Ringrazio @GiantAnacond per la segnalazione. Ho avvisato ANSA stamattina. L’errore è ancora lì.


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Puntata del Disinformatico RSI del 2019/01/18

Gennaio 19, 2019 15:09, by Il Disinformatico

È disponibile lo streaming audio e video della puntata dell’18 gennaio del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera.

La versione podcast solo audio (senza canzoni, circa 20 minuti) è scaricabile da questa sezione del sito RSI oppure direttamente qui ed è disponibile qui su iTunes (per dispositivi compatibili) e tramite le app RSI (iOS/Android); la versione video (canzoni incluse, circa 60 minuti) è nella sezione La radio da guardare del sito della RSI ed è incorporata qui sotto. Buona visione e buon ascolto!

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Se il riconoscimento facciale fallisce, chiedi aiuto a un feticista dei piedi

Gennaio 18, 2019 5:46, by Il Disinformatico

Alexandria Ocasio-Cortez, giovane membro neoeletto del Congresso degli Stati Uniti, è stata presa di mira online da un bizzarro tentativo di screditarla e umiliarla ed è stata soccorsa online in maniera ancora più bizzarra.

Domenica scorsa qualcuno ha postato su Reddit una foto nella quale si vedono le gambe e i piedi di una donna a mollo in una vasca da bagno, con una sigaretta elettronica in mano, e l’ha descritta come un’immagine intima di Alexandria Ocasio-Cortez, dicendo che il seno della donna era visibile nel riflesso del rubinetto cromato della vasca.

Una molestia anonima online in piena regola, insomma, con l’aggravante del fatto che il bersaglio è una donna che sta iniziando una carriera politica molto delicata.

Non è il primo tentativo del genere che colpisce AOC, come viene chiamata per concisione: per esempio, di recente un suo video dei tempi del college, in cui ballava Lisztomania dei Phoenix in maniera gioiosa e assolutamente non scandalosa, è stato presentato dai suoi detrattori come se fosse una prova di chissà quale disordine morale.

Spoiler: è un FAKE.
Questa foto è un altro tentativo dello stesso livello: a quanto pare per certa gente essere nudi quando si sta nella vasca da bagno è un segno di depravazione intollerabile.

Come in tutti i casi di molestia e di pettegolezzo fatti per screditare, il fatto che la foto fosse ambigua, visto che mostra gambe e piedi che potrebbero essere di chiunque (e quindi anche, per i maliziosi, di AOC), ha rinforzato la diceria e la curiosità intorno all’immagine. Perlomeno fino al momento in cui la foto è stata stroncata da un esperto un po’ inconsueto: un feticista dei piedi.

Un utente di Reddit e di Wikifeet, sito dedicato alle foto dei piedi di celebrità e personaggi pubblici, ha infatti fatto una dettagliatissima comparazione (attualmente accessibile solo su invito, ma archiviata su Archive.org) dell’anatomia dei piedi mostrati nella foto in questione rispetto ai piedi di AOC, visibili in alcune fotografie di apparizioni pubbliche raccolte da Wikifeet.

Da cultore della materia, è arrivato alla conclusione che la foto controversa non poteva mostrare i piedi del membro del Congresso, per via della forma anomala dell’indice: “dato che non siamo in grado di flettere in direzione dorsale o plantare il secondo e quinto dito del piede indipendentemente l’uno dall’altro, sapevo che non poteva essere una questione di dita flesse. Ho pensato che forse [AOC] avesse una forma di brachidattilia, ma la sua pagina su Wikifeet contiene prove chiare che non è così. Per cui per me è stato chiaro che i piedi non erano i suoi [di Alexandria Ocasio-Cortez].

Infatti è emerso che la foto mostra gambe e piedi di Sydney Leathers, una attivista politica e modella per webcam nota per il suo ruolo nello scandalo di sexting che colpì il politico statunitense Anthony Weiner nel 2016.

La rivelazione della vera origine della foto ha fatto emergere un altro dettaglio significativo: nella versione messa in circolazione, l’indice del piede sinistro è stato intenzionalmente ritoccato per accorciarlo, nota Motherboard.

Chiunque abbia pubblicato questa foto falsa, insomma, si è impegnato parecchio. Ma in questo caso il suo impegno è fallito miseramente, grazie a un debunking fatto coi piedi.
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Usare Facebook senza farsi schedare, i consigli di F-Secure

Gennaio 17, 2019 23:21, by Il Disinformatico

Se non potete lasciare Facebook perché su questo social network ci sono persone o situazioni con le volete restare in contatto ma volete ridurre al minimo la raccolta di dati personali, potete seguire i consigli pubblicati da Sandra Proske di F-Secure. Li traduco in sintesi qui.

1. Non aspettatevi che le chat di Messenger siano private. Facebook le legge e le analizza automaticamente per profilarvi. Non solo: Facebook permette ad altre aziende di leggerle, e molte app possono leggere, creare e cancellare messaggi al posto vostro.

2. Whatsapp crea un profilo-ombra. Anche se WhatsApp (di proprietà di Facebook) usa la cifratura end-to-end e quindi non può leggere il contenuto dei messaggi, sa con chi li avete scambiati, quanti ne avete scambiati, quanto erano grandi le foto o i video che avete inviato o ricevuto e in che giorno e a che ora lo avete fatto. Cosa ancora più significativa, WhatsApp ha accesso automatico alla vostra rubrica, per cui se usate WhatsApp avete inviato a Facebook la mappa completa dei vostri rapporti sociali. Facebook, spiega Proske, usa queste informazioni per mantenere un profilo-ombra (shadow profile) per voi e per tutti i vostri contatti, e sappiamo che è molto più completo di quello che Facebook permette di scaricare.

3. Se non altro, disattivate la Application Platform, ossia l’integrazione di Facebook con app, giochi e siti Web. Le istruzioni sono qui su Facebook.

4. Riducete i permessi. Togliete a Facebook il permesso di accedere alla fotocamera, alle foto, al microfono e alla geolocalizzazione. Per iOS, queste impostazioni sono in Impostazioni - Tempo di utilizzo - Contenuti e privacy.

5. Mentite. Proske scrive senza troppi giri di parole che Facebook “non ha bisogno di sapere la vostra vera età, il vostro vero indirizzo di casa o il cognome da nubile di vostra madre. Ovviamente questo va contro i termini e le condizioni del sito. E ovviamente non hanno nessun motivo legale per conoscermi così a fondo. Credo sia uno scambio equo: tu mi inganni e io ti ricambio mentendo.”

6. Dedicate un browser separato alle attività social. Facebook ha codici di tracciamento praticamente ovunque in Internet e sembra proprio che ci pedini anche quando siamo fuori da Facebook. Se ci tenete alla privacy, questa misura è molto utile.

7. Presumete che tutto, tranne Signal, sia pubblico. È meglio non usare gli SMS per informazioni sensibili, per via dei profili ombra di WhatsApp. Usate invece Signal.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



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