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Disinformatico

Settembre 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

A cosa serve prenotare Windows 10?

Giugno 19, 2015 5:58, by Il Disinformatico

Un ascoltatore del Disinformatico radiofonico, Duilio, chiede lumi su un avviso che gli è comparso sul PC dotato di Windows 7 e che lo invita a prenotare Windows 10. Vale la pena? Che succede se non ci si prenota? E passando a Windows 10 ci potrebbero essere applicazioni che causano problemi?

Premesso che bisogna fare attenzione agli inviti fraudolenti che accompagnano sempre queste campagne promozionali, è vero che Microsoft ha iniziato a inviare questo genere di inviti agli utenti che hanno un PC dotato di Windows 7, Windows 8 e Windows 8.1. La prenotazione è gratuita e senza impegno: serve semplicemente per verificare se il computer ha i requisiti tecnici di compatibilità adatti per Windows 10 e per scaricare automaticamente questa nuova versione di Windows quando sarà resa disponibile, a fine luglio.

Tutti i dettagli dell'iniziativa di Microsoft, che ha un chiaro scopo promozionale per creare sin da subito un buon numero di utenti “convertiti”, sono disponibili qui sul sito dell'azienda; viene chiarito che l'offerta di Windows 10 gratuito è limitata nel tempo, per cui vale la pena prenotarsi se il computer è compatibile. Non prenotarsi non ha particolari conseguenze: semplicemente bisogna ricordarsi di provvedere manualmente se si è interessati a Windows 10.

In quanto a problemi con applicazioni, è purtroppo quasi inevitabile che ci sia qualche applicazione che funziona sotto Windows 7/8/8.1 e che non funzionerà sotto Windows 10: è tipico di tutti i sistemi operativi, anche se Microsoft farà, come consueto, di tutto per offrire la massima compatibilità. Conviene quindi fare dei test prima di migrare definitivamente, oppure confidare nella produzione di una versione aggiornata e compatibile dell'applicazione incompatibile.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Antibufala: annunciato il primo film per adulti girato nello spazio

Giugno 19, 2015 5:38, by Il Disinformatico

Moltissime testate hanno pubblicato la notizia secondo la quale un noto sito a luci rosse avrebbe intenzione di avviare una raccolta di fondi per girare un film per adulti nello spazio.

Si tratterebbe di una prima assoluta e di un “esperimento per comprendere come funzionano i rapporti” in assenza di peso, ma purtroppo le testate giornalistiche hanno abboccato all'ennesima trovata di marketing virale: infatti basta guardare l'esiguità della cifra da raccogliere (3,4 milioni di dollari) per rendersi conto che è assolutamente insufficiente a finanziare una vera missione spaziale, considerato che oggi portare un singolo astronauta nello spazio costa 60 milioni di dollari (tramite Roscosmos, l'ente spaziale russo che in questo momento è l'unico dotato di veicoli abilitati al trasporto in orbita di equipaggi) e che qui si tratterebbe di portarne due. Per non parlare del fatto che non c'è nessun accordo, nemmeno preliminare, con l'agenzia spaziale russa o con altri operatori che nei prossimi anni offriranno voli spaziali orbitali o suborbitali con equipaggi.

Nonostante l'assurdità piuttosto evidente del progetto, parecchie persone hanno aderito alla raccolta di fondi, fatta tramite Indiegogo: al momento in cui scrivo sono stati raccolti circa 52.000 dollari da parte di 1163 partecipanti. Cinque di loro hanno scucito ben 500 dollari ciascuno. Va notato che la raccolta usa il modello del fixed funding, per cui se non viene raggiunta la cifra richiesta i soldi vengono restituiti ai finanziatori.

Insomma, gli ingredienti di un'astuta trovata pubblicitaria a costo zero ci sono tutti. Peccato che molti giornali abbiano abboccato all'amo, regalando promozione gratuita al sito a luci rosse. Per chi volesse invece approfondire seriamente la questione delle attività intime nello spazio, consiglio il libro Bonk di Mary Roach, che ha intervistato medici, specialisti e astronauti sull'argomento: vi farà passare ogni appetito di questo genere.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



App nell'App Store rubano le password. Sono demo dei ricercatori, ma la falla è seria

Giugno 19, 2015 4:16, by Il Disinformatico

Varie app rubapassword sono state inserite con successo nel controllatissimo App Store di Apple: se installate sul dispositivo della vittima, erano capaci di estrarne le password di iCloud, Mail, Gmail, Faceboook, Twitter, Evernote, Google Chrome e anche le password custodite da app di protezione come 1Password.

Ma niente panico: l'incursione è stata fatta a fin di bene da alcuni ricercatori di sicurezza. della Indiana University, dell'Università di Pechino e del Georgia Institute of Technology.

La falla nei sistemi di protezione di Apple esiste da oltre sei mesi e non è ancora stata sistemata: i ricercatori l'hanno discussa privatamente con Apple, come è consuetudine in questi casi, e poi di fronte alla lentezza dell'azienda nel prendere contromisure l'hanno pubblicata (anche in un video) insieme a un software che esamina le app per sapere se sono protette contro questa falla.

La dimostrazione è un grande successo per i ricercatori, dato che il modello di sicurezza di Apple ha resistito per anni a questo genere di tentativo, ma pone una domanda di fondo: se ci sono riusciti i ricercatori, possono esserci riusciti anche i criminali informatici? In attesa che Apple rimedi al problema, il consiglio di prudenza è di installare dall'App Store soltanto app strettamente necessarie e di indubbia reputazione: cosa che andrebbe fatta sempre e comunque.


Fonti aggiuntive: Ars Technica, InfoSecurity Magazine, Intego.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Antibufala: il governo russo mette in dubbio gli sbarchi sulla Luna? No

Giugno 19, 2015 3:45, by Il Disinformatico

I complottisti esultano: Vladimir Markin, portavoce del Comitato d'Inchiesta della Federazione Russa (organo principale d'inchiesta del paese), ha dichiarato in un'intervista sul quotidiano Izvestia che è necessario avviare un'indagine sugli sbarchi americani sulla Luna.

Se ci si ferma ai titoli delle notizie, l'annuncio è esplosivo,  ma andando a leggere la dichiarazione completa di Markin emerge una frase che sgonfia subito gli entusiasmi di chi crede alle fantasie di complotto: “Non stiamo affermando che non hanno volato e che hanno semplicemente girato un film.”

Markin, infatti, sta criticando gli Stati Uniti per tutt'altre ragioni (in particolare per le indagini sulla corruzione in campo sportivo che hanno gettato dubbi sull'assegnazione alla Russia del campionato mondiale di calcio 2018) e il suo commento non mette in dubbio la realtà degli sbarchi, ma afferma che sono scomparse le riprese effettuate dagli astronauti sulla Luna e le rocce lunare raccolte, dicendo che (se la mia traduzione assistita e quella del Moscow Times sono corrette) “tutti questi reperti scientifici – o forse culturali – fanno parte del patrimonio dell'umanità e la loro scomparsa senza traccia è una perdita per tutti. Un'indagine dimostrerà quello che è successo”.

Questa è la frase originale di Markin:

А еще можно помочь провести международное расследование, куда пропала кинопленка, снятая астронавтами на Луне, или где спрятаны и более никому не показаны 400 кг лунного грунта. Нет, мы вовсе не утверждаем, что они не летали, а только сняли кино. Но все эти научные или, может, культурные артефакты — достояние человечества, и их бесследная пропажа — наша общая потеря. А расследование покажет.

E questa è la traduzione spiccia fatta incrociando varie versioni che me ne sono arrivate dai lettori (segnalatemi eventuali errori o migliorie):

E ancora si può contribuire a un'indagine internazionale su dove siano finite le riprese girate dagli astronauti sulla Luna o dove si nascondano oltre 400 kg di suolo lunare. No, non stiamo affermando che non hanno volato e che hanno soltanto girato un film, ma tutti questi reperti scientifici – patrimonio dell'umanità e spariti senza lasciar traccia -- sono una nostra perdita comune. Un'indagine dimostrerà quello che è successo.

Anche se probabilmente le parole di Markin sono semplicemente una provocazione politica, un'indagine russa sarebbe più che benvenuta, ma potrebbe risultare molto breve: infatti si sa già che le registrazioni video originali delle missioni lunari sono andate perse per complesse ragioni tecniche (ma ne esistono copie integrali di seconda generazione, fatte durante la trasmissione in diretta dalla Luna), mentre gli originali delle riprese fotografiche e cinematografiche fatte sulla Luna sono ancora ben conservati nel Building 8 del Johnson Space Center, a Houston.

Anche la ricerca dei campioni lunari che secondo Markin sarebbero scomparsi senza traccia non dovrebbe essere difficile: la maggior parte è infatti conservata sempre a Houston, come ho potuto constatare di persona di recente, e il resto è nei laboratori di geologia di vari paesi e nei musei del mondo, dato che alcuni campioni furono donati ai governi. Alcune rocce lunari sono effettivamente andate smarrite per vicissitudini politiche e in alcuni casi per semplice furto, ma si tratta di una frazione relativamente modesta.

Sarebbe invece molto interessante sapere cosa c'è negli archivi russi a proposito dello sbarco sulla Luna americano: l'allora Unione Sovietica aveva la tecnologia necessaria per intercettare e registrare le comunicazioni e la telemetria degli astronauti lunari (e verificarne l'autenticità). Chissà che la provocazione di Vladimir Markin non faccia riemergere qualche chicca.


Fonti aggiuntive: Jalopnik, WiredGizmodo, The Independent, NewsweekLa Stampa.




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Candidiamo Avamposto42 per i Macchianera Italian Awards 2015?

Giugno 18, 2015 18:29, by Il Disinformatico



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