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Disinformatico

septiembre 4, 2012 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Le pubblicità inserite nei siti sono sempre più pericolose

enero 26, 2018 12:27, por Il Disinformatico

Un numero crescente di attacchi informatici arriva attraverso un canale decisamente inaspettato per la maggior parte degli utenti: la pubblicità online. Secondo un rapporto appena pubblicato dalla società di sicurezza informatica Confiant, nel 2017 è stato osservato un aumento notevole delle pubblicità ingannevoli che hanno lo scopo di convincere gli utenti che le visualizzano a installare malware.

Uno dei motori di questo aumento è stato, secondo il rapporto, un consorzio di ben 28 false agenzie pubblicitarie, che è riuscito a generare nel 2017 circa un miliardo di impressions di pubblicità che promuovevano falsi antivirus, truffe di assistenza tecnica e altre frodi informatiche ridirigendo forzatamente gli utenti su siti truffaldini. Queste false agenzie sottoscrivevano rapporti commerciali regolari con le piattaforme pubblicitarie e in questo modo sono riuscite a raggiungere il 62% dei siti Web sostenuti dalla pubblicità.

Il rapporto elenca tutti i nomi delle false agenzie (mostrati nell’immagine qui sopra), ma non cita le sedici piattaforme pubblicitarie che hanno inconsapevolmente fatto affari con queste agenzie.

È importante ricordare che i siti legittimi che ospitano queste pubblicità truffaldine lo fanno quasi sempre senza saperlo e quindi sono vittime e non complici.


Fonte aggiuntiva: Ars Technica.
Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Meno del 10% degli utenti Gmail usa l’“antifurto” gratuito offerto da Google

enero 26, 2018 8:51, por Il Disinformatico

Gmail è usato da un miliardo di utenti, ma meno del 10% di questi usa la verifica in due passaggi per proteggersi contro i furti di password, secondo i dati resi pubblici recentemente da Google, nonostante siano ormai sette anni che questa funzione è disponibile su base volontaria.

Come mai sono così pochi, e perché Google non la rende obbligatoria? La spiegazione, a quanto pare, è che per molti utenti le varie opzioni di verifica in due passaggi sono troppo numerose e complicate: se gli utenti fossero obbligati, dice Google, finirebbero per non usare Gmail.

Il metodo più semplice per attivare questa verifica in due passaggi è andare a myaccount.google.com e scegliere Controllo sicurezza e poi Verifica in due passaggi: lì troverete le istruzioni dettagliate.

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Metti in muto quello spot!

enero 26, 2018 8:49, por Il Disinformatico

Se siete stufi dei siti che vi bombardano di pubblicità che partono automaticamente ad alto volume, ho una buona notizia: la versione 64 di Google Chrome ha introdotto un’opzione che consente di impedire a un sito specifico di comportarsi in questo modo così irritante: per usarla, visitate il sito in questione e cliccate sull’icona delle informazioni accanto alla casella dell’indirizzo del sito stesso.

Questo fa comparire un menu, dal quale potete scegliere le impostazioni per il sito e poi cliccare per disattivare l’audio. L’impostazione è persistente, nel senso che viene mantenuta anche se chiudete Chrome e lo riaprite, e naturalmente è revocabile.

Tenete presente, inoltre, che potete bloccare le pubblicità ripetute di inserzionisti specifici su Ricerca Google, Maps, YouTube e Gmail seguendo queste istruzioni.


Fonti: Chromium.org, Google, The Register.

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Intelligenza artificiale sostituisce volti nei video, inganno quasi perfetto

enero 26, 2018 5:47, por Il Disinformatico


Questa GIF animata un po’ troppo rivelatrice dell’attrice di Star Wars Daisy Ridley è un falso: il volto della Ridley è stato applicato al corpo di un’altra persona e segue tutti i movimenti dell’originale. Niente di nuovo in sé, ma la differenza è che questo effetto non è stato prodotto da una squadra di artisti digitali in uno studio cinematografico specializzato: è stato prodotto amatorialmente da FakeApp, un programma di intelligenza artificiale su un computer domestico di media potenza.

Tutto quello che serve, oltre al video originale in cui sostituire il volto,è un numero molto elevato di immagini del volto da inserire, una scheda grafica Nvidia, e un po’ di pazienza: l’elaborazione richiede molte ore e spesso produce risultati disastrosi, per cui va ripetuta effettuando correzioni e regolazioni manuali. Ma i successi sono impressionanti.

Ovviamente esistono usi innocui (tipo inserire il proprio volto al posto di quello di un attore in un film celebre), ma c’è soprattutto la possibilità di creare video falsi imbarazzanti a scopo di ricatto, molestia o di produzione di notizie false estremamente credibili (immaginate il video di un discorso di un politico), o di creare video pornografici raffiguranti celebrità o qualunque altra persona di qualunque età.

È già nata su Reddit una sezione (attenzione: contiene materiale non adatto agli animi sensibili) di, come dire, appassionati, dedicata principalmente alla creazione di filmati di questo genere, spesso con risultati praticamente perfetti.

Un esempio della potenza di questa tecnologia alla portata di tutti è dato da questo rifacimento di una celebre scena di Rogue One, nella quale il volto della giovane Carrie Fisher è stato ricreato digitalmente con mezzi iperprofessionali ma con risultati discutibili. La versione generata dall’intelligenza artificiale su un computer domestico (sotto) è a bassa risoluzione, ma è a mio avviso meno innaturale e più fedeledi quella generata dai megacomputer di Hollywood (sopra).



Chi non ha un occhio particolarmente allenato a riconoscere le piccole imperfezioni caratteristiche di questi video e non sa che esiste questa tecnologia potrebbe credere che siano reali, con tutte le conseguenze del caso. Prepariamoci a un futuro nel quale letteralmente non potremo credere ai nostri occhi.


Fonti: BoingBoing, Motherboard, The Register.
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Il Mattino di Napoli e i due ani

enero 25, 2018 11:17, por Il Disinformatico

La lascio qui, ringrazio Scott Brando per la segnalazione, e non dico nient’altro perché non ho più parole.




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