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Disinformatico

Settembre 4, 2012 21:00 , by profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

Pwn2own, cadono tutti gli smartphone tranne Windows Phone

Novembre 17, 2014 8:42, by Unknown

Alla conferenza PacSec di Tokyo si sta svolgendo la gara Mobile Pwn2Own, la cui regola fondamentale è che se riesci a prendere il controllo da remoto di uno smartphone te lo porti a casa insieme a un premio consistente in denaro; in cambio, però, devi tenere riservata la tecnica usata e rivelarla soltanto agli organizzatori dell'evento, che la condivideranno con i produttori del telefonino affinché correggano la falla sfruttata per violarne la sicurezza.

È andata malissimo già il primo giorno per iPhone 5S, Samsung Galaxy S5, Nexus 5 di LG, e Fire Phone di Amazon: tutti hanno ceduto sotto gli attacchi degli esperti. Particolarmente presa di mira è stata la tecnologia NFC, che consente lo scambio di dati via radio quando due dispositivi sono molto vicini tra loro.

L'unico a resistere, almeno parzialmente, è stato il Windows Phone: l'aggressore Nico Joly (l'unico che ci ha provato) è riuscito ad estrarre dal telefonino il database dei cookie di un Lumia 1520, ma il resto del sistema ha retto e Joly non è riuscito a prenderne il controllo completo. 


Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.



Antibufala: il mistero del tweet che preannuncia Ebola nel 2007

Novembre 14, 2014 8:35, by Unknown

Molti internauti si stanno chiedendo come sia possibile questo tweet, datato 30 luglio 2007, che dice “preparing for ebola to arrive” (“mi sto preparando per l'arrivo di Ebola”). C'è chi ipotizza poteri profetici o un avvertimento proveniente da qualcuno che ha accesso ai segreti dei potenti del mondo.

Cominciamo a chiarire che cosa non è: non è un trucco. La datazione del tweet, l'unico fatto dall'utente paigevieyra, è autentica, come risulta dall'analisi di Followerwonk, che mostra che l'account ha follower da anni.

Come profezia, inoltre, non vale un granché, perché c'è stato un focolaio di Ebola quasi ogni anno dal 2000 in poi. In queste condizioni tirare a indovinare e azzeccarci è facile.

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Insecam, il sito delle webcam insicure

Novembre 14, 2014 8:12, by Unknown

Si sta facendo un gran parlare di Insecam, un sito che visualizza e geolocalizza le telecamere IP di sorveglianza i cui proprietari non hanno cambiato la password predefinita, in barba a tutte le buone norme di sicurezza, col risultato che chiunque può vederne le immagini.

Le telecamere proposte da Insecam sono decine di migliaia, sparse per il mondo: in Svizzera ce ne sono in questo momento 188, in Italia 2588. Non sono state “hackerate” in alcun modo, perché per trovarle e vederne il contenuto è sufficiente una ricerca in Google, come spiegato nelle FAQ di Insecam. Per togliere la propria webcam dall'elenco è sufficiente fare quello che raccomanda il manuale della telecamera, ossia smettere di usare la password predefinita, che è nota a chiunque sia interessato all'argomento.

Lo scopo di Insecam è sensibilizzare gli utenti al concetto che il manuale non è un inutile spreco di tempo e le norme di sicurezza non sono una scocciatura per pedanti: servono per evitare figuracce come quelle proposte da queste webcam. Purtroppo molti pensano ancora di potersi perdere nel mare di Internet e non sanno che esistono servizi di ricerca e localizzazione come Shodan. Foscam, una delle marche di webcam citate da Insecam, ora obbliga gli utenti a cambiare password durante l'installazione.

C'è chi ha criticato Insecam perché guadagna sul voyeurismo degli internauti, ma va notata una cosa: invece di pubblicare il flusso diretto delle singole webcam, che permetterebbe di risalire al loro indirizzo IP e quindi di identificare con precisione dove sono installate, Insecam pubblica una copia (l'HTML dell'immagine è del tipo src="http://img6.insecam.com:8080/96388/0/nocache/"), sostenendo quindi dei costi di gestione più alti.

Pertanto la geolocalizzazione (per esempio "Lugano", anche qui) presentata da Insecam è in realtà solo approssimativa e non verificata.

Funziona questa sensibilizzazione forzata? Pare di sì. Rispetto a ieri, per esempio, le webcam italiane visibili sono trecento in meno; quelle svizzere sono una quarantina in meno.
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Abbiamo mandato un robot su una cometa. Con tre euro e mezzo a testa

Novembre 12, 2014 22:23, by Unknown

Si è da poco conclusa una giornata storica per l'esplorazione spaziale: per la prima volta un veicolo spaziale è atterrato dolcemente su una cometa. La sonda europea Rosetta, dopo un viaggio tortuoso lungo dieci anni che l'ha accelerata fino a raggiungere l'orbita della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko (per gli amici Chury), oggi ha sganciato Philae, un veicolo d'atterraggio grande all'incirca quanto una lavatrice, che si è appoggiato dolcemente sulla superficie della cometa, a oltre mezzo miliardo di chilometri dalla Terra. Così dolcemente (a causa della bassissima gravità di Chury) che ha effettuato due rimbalzi, per cui in realtà Philae in un certo senso detiene il record per il primo atterraggio su una cometa ma anche per il secondo e il terzo.

Con quest'impresa l'Europa (Svizzera compresa) ha dimostrato di saper fare cose che né la NASA né l'ente spaziale russo o quello cinese o indiano sono in grado di fare. Rosetta e Philae ci stanno trasmettendo una quantità straordinaria di dati scientifici sulla natura della cometa Chury che ci stanno aprendo una finestra sull'origine del nostro sistema solare.

Visitare una cometa è come sfogliare l'album delle foto di famiglia: il fascino di vedere come eravamo, da dove proveniamo, come siamo cambiati è eterno, e il bisogno di saperlo è irrefrenabile e indispensabile. La differenza è che in questo caso la famiglia è l'umanità intera. È la Terra stessa.

Questa è Philae, fotografata da Rosetta mentre si avvicina lentamente alla cometa:



E questa è Rosetta, fotografata da Philae:



Chury vista durante la discesa di Philae:



L'atterraggio è stato accompagnato dall'esultanza decisamente esuberante del direttore di volo, Andrea Accomazzo, che s'è dimenticato di avere il microfono aperto (video).

Tutto questo, e la scienza e la conoscenza delle nostre origini che ne scaturiranno insieme alla formazione dei tanti giovani europei che hanno partecipato al progetto Rosetta, è costato al contribuente europeo ben tre euro e mezzo spalmati su nove anni.






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Recensione: Interstellar

Novembre 11, 2014 23:44, by Unknown - 0no comments yet

“Mi sono messo le cuffiette per non sentire
i dialoghi atroci di questo film, ma invano”
Premessa: non pretendo che condividiate quello che sto per scrivere. Alcuni di voi erano interessati alla mia opinione su Interstellar e quindi la scrivo. La scrivo anche per lenire catarticamente il dolore mentale che mi ha causato il film. Non rivelerò dettagli della trama prima della sezione intitolata Spoiler da qui in poi. Ma vi avviso subito che la trama è una stronzata.

Avete presente quei film dove alla prima inquadratura è già chiaro come va a finire e chi è il cattivo? Interstellar è così. E i dialoghi sono presi dagli scarti di Armageddon: oscillano fra toni di tentata poesia talmente retorici da risultare ridicoli e battute da pilota macho che sembrano prese di peso da un film di Schwarzenegger.

Quello che mi rode maggiormente è che le premesse erano stupende. C'è un regista che venero, Christopher Nolan, abile tessitore di trame complesse e intriganti (The Prestige, Inception, Memento) e aggressivo sostenitore degli effetti speciali fisici e della pellicola al posto del digitale (con risultati assolutamente strepitosi in Interstellar). C'è un tema che mi fa venire il magone al solo pensarci: l'umanità che si chiude ottusamente in se stessa invece di rispondere al richiamo dell'esplorazione dell'Universo, mentre alcuni che non si arrendono a finire come topi in trappola fanno un ultimo, disperato tentativo di sfuggire alla propria culla trasformatasi in una tomba sterile e polverosa.

Il parallelo con le missioni Apollo, citate più volte nel film, è lampante. Abbiamo osato, abbiamo avuto successo, siamo arrivati sulla Luna sei volte, abbiamo mosso i nostri primi, incerti passi nel cosmo, quelli che dobbiamo compiere come specie se vogliamo sfuggire all'inesorabile destino di questo pianeta... e ci siamo fermati. Troppo presi a pensare all'oggi, al subito, al prossimo post su Facebook, per pensare a fare, a costruire per il futuro, ad avere il coraggio di sfidare un universo che terrificante nella sua vastità inconcepibile ma che al tempo stesso è il nostro destino. Siamo esploratori, pronti a rischiare e a sacrificarci per scoprire nuove terre, o siamo pavide scimmie condannate a starcene chiuse nella tana a contemplarci l'ombelico e incancrenirci?

Con un tema così grandioso, in mano a un regista di questo calibro, pareva impossibile sbagliare. E invece Interstellar finisce per essere una confusa, tediosa, prevedibile storia di buoni sentimenti in cui i soliti americani – e solo loro, si vede che il resto del mondo è troppo preso a giocare a ramino – risolvono tutto con soluzioni al limite del ridicolo, condite da un technobabble frastornante e sconclusionato (se non basta la quarta dimensione c'è la quinta, e se neanche la quinta è abbastanza, c'è sempre la forza dell'ammmoooreeee che trascende spazio e tempo), scopiazzando a piene mani da 2001 Odissea nello spazio di Kubrick (a volte rubandone intere scene – se lo andate a vedere, vi sfido a non canticchiare il Danubio Blu o a mormorare “HAL, apri la porta”).

La prima mezz'ora circa di Interstellar getta delle premesse meravigliose che poi vengono sperperate nelle due ore restanti. La prima visita a un pianeta è splendida: le conseguenze della dilatazione del tempo subita dagli astronauti sono raccontate in modo struggente e rendono magnificamente l'immensità del viaggio e del sacrificio. Ma poi tutto scivola in un pasticcio deludente nella sua ovvietà.

Intendiamoci: visivamente Interstellar è una festa per gli occhi. Se ne esistesse una versione nella quale i dialoghi sono zittiti, tutta la menata del granturco viene rimossa e la musica di Hans Zimmer viene lasciata a svettare a manetta insieme alle immagini pittoricamente meravigliose ed epiche dell'odissea spaziale, sarebbe perfetto. I veicoli spaziali di Interstellar hanno una fisicità e una massa che possiedono soltanto i modelli reali, costruiti, non fatti in computergrafica. E i robot, che con i dialoghi sono insopportabili spalle pseudocomiche, senza quei dialoghi rivelano tutta la loro originalità geniale. È bella anche la scelta di non far sentire i rumori nel vuoto.

Insomma, Interstellar aveva tutte le carte in regola per essere un'ode all'esplorazione, una poesia del cosmo, uno spettacolo visivo grandioso, una riflessione su chi vogliamo essere come persone e come specie e quale destino vogliamo crearci. E invece finisce per essere un polpettone indigesto, che risulta ancora più amaro perché te lo rifila quello che solitamente è un grande chef.


ATTENZIONE: Spoiler da qui in poi


La scena degli insegnanti che redarguiscono il protagonista, Cooper, perché insegna alla figlia che siamo davvero andati sulla Luna, mentre i libri di testo scolastici “corretti” insegnano che le missioni lunari furono una messinscena per mandare in bancarotta i sovietici, mi ha fatto accapponare la pelle: fa vedere il mondo come sarebbe se i complottisti andassero al potere. La sorpresa di scoprire che (attenzione: SPOILER) la NASA è diventata un'organizzazione clandestina è notevole, però scivola presto nel ridicolo.

Che ci fa un drone indiano che gira impunemente nei cieli americani? Non si capisce cosa c'entri con tutto il resto e perché dobbiamo spendere interi minuti a rincorrerlo falciando con un SUV il granturco, che è diventato così prezioso. O meglio, il perché viene dato, ma è ancora più irritante perché poi non se ne sa più nulla e non serve nel resto della trama.

E che dire di Cooper, che passa da ex pilota dedito da anni all'agricoltura a pilota di veicoli interstellari in ventiquattro ore? Quando ha studiato il manuale di bordo? Come fa a pilotare un apparecchio che non ha mai preso in mano prima? E meno male che lo prendono perché è il più esperto. Chissà gli altri. Chiediamoci anche come fa la NASA a collaudare di nascosto un missile spaziale gigante (che ha una somiglianza notevolissima con un Saturn V delle missioni Apollo). Se si fa un film con pretese di realismo e si ripete ossessivamente nella campagna promozionale che sono stati scomodati i migliori esperti per rendere Interstellar scientificamente corretto e poi si fanno scivoloni come questi, io mi sento preso in giro.

L'attracco all'astronave madre rotante è preso di peso da 2001. Solo che in 2001 la stazione era grande e pertanto le bastava ruotare abbastanza lentamente, mentre qui è piccina e quindi per generare un effetto centrifugo sufficiente gira così in fretta che a uno degli astronauti viene la nausea. E che fanno i geni della NASA? Tappezzano l'astronave di finestrini, così gli astronauti vedono continuamente l'universo intero che gira davanti ai loro occhi.

Quando trovano Matt Damon ibernato e si vede il suo robot scassato, si capisce subito che c'è qualcosa che non va nella sua giustificazione del danno e che di lui non c'è da fidarsi. Suvvia, Nolan, non siamo stupidi: conosciamo il Fucile di Chekhov. Sappiamo che se viene mostrato o citato un particolare che sembra essere irrilevante per la trama, quel particolare diventerà rilevante in seguito. Farlo addirittura due vole nel giro di pochi minuti (quando Damon chiede, senza alcun motivo, se Cooper ha un trasmettitore a lungo raggio) è un po' un insulto all'intelligenza dello spettatore.

E a proposito di Matt Damon, l'idea che un astronauta addestrato, capace di sopravvivere per anni da solo su un pianeta totalmente inospitale, sia così cretino da non rendersi conto che se apre verso il vuoto il portello pressurizzato ci saranno conseguenze catastrofiche che lo ammazzeranno è semplicemente ridicola.

Che dire, poi, di tutto quello sdolcinato monologo sull'amore che supera lo spazio e il tempo? Sembra scopiazzato dal Quinto Elemento e non c'entra nulla con tutto il resto.

Se la piaga delle piante consuma l'azoto dell'atmosfera, come spiega Michael Caine, perché l'umanità rischia di soffocare? Gli esseri umani non usano l'azoto atmosferico. Una carenza di azoto ucciderebbe le piante, non gli umani.

Se il veicolo spaziale usato da Cooper è in grado di decollare da solo da un pianeta con una gravità terrestre, perché ha bisogno di essere installato su un supermissile per lasciare la Terra?

E che dire di Cooper che viene esposto per la prima volta a uno spaziotempo pentadimensionale e riesce in pochi secondi a capire come funziona e a manipolarlo talmente bene da mandare un messaggio in Morse? Se è così magicamente bravo, perché usa un sistema così criptico come la lancetta dell'orologio? E come fa a manipolare la lancetta quando Murph porta via l'orologio dalla libreria?

Mi spiace, ma questa non è fantascienza: è fantasy sentimentale con le astronavi. Quelli che ho elencato sono incorenze e assurdità talmente grosse che mi tirano fuori dal film. Io sono entrato al cinema sperando di farmi incantare dal senso del meraviglioso e ne sono uscito totalmente deluso. Scusate lo sfogo.


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