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Disinformatico

4 de Setembro de 2012, 21:00 , por profy Giac ;-) - | No one following this article yet.
Blog di "Il Disinformatico"

La Stazione Spaziale sorvolerà il Nord Italia stasera: visibile dalle 21:11

9 de Abril de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda


La Stazione darà spettacolo stasera, nuvole permettendo: non occorrono binocoli o altro, perché è visibile a occhio nudo come punto bianco molto luminoso che procede nel cielo senza lampeggiare e poi si affievolisce quando entra nel cono d'ombra della Terra. Nell'immagine qui sopra, la linea indica la proiezione della sua traiettoria sulla superficie terrestre. Chi si trova su questa linea vedrà la Stazione sopra la propria testa, allo zenit; chi si trova all'interno del cerchio rosso la vedrà lo stesso, ma più bassa sull'orizzonte man mano che aumenta la distanza dalla linea nera. I dettagli sono su Heavens-Above.com. Buona visione.



Signore e signori, l'Universo

8 de Abril de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda


Questo è il link. Non dico altro. Non serve dire altro.



48 ore di sfide aperte NASA/ESA a Roma il 20-21 aprile. Siateci: potreste fare la differenza [UPD 2013/04/09]

8 de Abril de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

C'è tanta gente che aspetta che le soluzioni piovano per magia dall'alto, grazie alle pensate di qualche comitato di saggi, e c'è gente che preferisce non aspettare, si rimbocca le maniche e fa. C'è chi lo chiama crowdsourcing e ci si sciacqua soltanto la bocca, e chi non perde tempo a chiamarlo e lo fa e basta.

L'innovazione dal basso, quella che nasce dalle idee dei cittadini, sembrerebbe un approccio sovversivo e malvisto dai governi, ma non è sempre così; non per tutti i governi, perlomeno. A Roma, al Dipartimento d'ingegneria della Sapienza, e in più di 70 altre città del mondo, il 20 e 21 aprile, questo approccio verrà incoraggiato nientemeno che dalla NASA e dall'Agenzia Spaziale Europea. Siete tutti invitati a collaborare: insegnanti, studenti, artisti, ingegneri, comunicatori, scienziati, smanettoni del software e dell'hardware.

Sto parlando dell'International Space Apps Challenge: due giorni di brainstorming e di incontri per fare lo sviluppo tecnologico, che si terranno in sette continenti e nello spazio, riunendo in varie città del mondo (e anche virtualmente) persone che vogliono realizzare soluzioni open source alle sfide globali, da affiancare a quelle di chi, silenziosamente, lavora nel mondo della ricerca convenzionale e a volte si trova ostacolato dalla burocrazia e dal pantano della proprietà intellettuale.

L'evento mi è stato segnalato dall'astronauta italiana Samantha Cristoforetti, che dalla Russia mi ha spedito queste parole: “Chiunque si appassioni quando c'è un problema da risolvere e ami il lavoro di squadra è benvenuto a Space Apps Challenge, indipendentemente dalle proprie competenze. Spesso si pensa che lo sviluppo di tecnologia sia appannaggio degli addetti ai lavori. Space Apps Challenge invita invece tutti a riappropriarsi del mondo della tecnologia, offrendo un ambiente collaborativo e internazionale in cui sviluppare soluzioni concrete che diano un contributo positivo al programma spaziale nelle sue più svariate incarnazioni. Il tutto divertendosi!”.


Samantha ha anche registrato questo video d'invito al Challenge:


Le sfide proposte sono una cinquantina, su tantissimi temi: dalla stampa 3D all'identificazione distribuita delle meteore tramite app per telefonini; dalla costruzione di microsatelliti alla produzione di app e video per illustrare i vantaggi forniti dall'esplorazione spaziale; dalla divulgazione scientifica all'arte; dalla lotta all'inquinamento alla sostenibilità. Tutto secondo licenze d'uso open.

Milano ieri (fonte: Repubblica)
La NASA, l'ESA, la JAXA, l'ASI, l'EPA e altri enti governativi internazionali mettono a disposizione la propria immensa collezione di dati e immagini. L'International Space Apps Challenge è anche un'occasione per incontrare e creare legami con altre persone geek come noi, per non arrendersi all'idea che al mondo esistano, e nei media si vedano, soltanto i rintronati che credono alle panzane vendute da Voyager, alle “scie chimiche” e alle prediche dei catastrofisti e degli imbroglioni anti-vaccini, e pensano di salvare il mondo con uno striscione.



Antibufala: astronauti colti a parlare di problemi di gabinetto fluttuanti

8 de Abril de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “manuela.coc*”.

Lega Nerd ha pubblicato oggi un articolo nel quale viene citato uno spezzone decisamente insolito delle conversazioni degli astronauti John Young, Gene Cernan e Tom Stafford durante la missione Apollo 10, la prova generale dell'allunaggio, avvenuta fra il 18 e il 26 maggio 1969. Lo spezzone ha suscitato una certa ilarità mista a incredulità, perché gli astronauti stanno discutendo su chi dei tre sia l'autore di una cacca che fluttua in cabina. Ecco un brano dell'austero dibattito:

STAFFORD: Oh – Who did it? (Chi l’ha fatta?)
YOUNG: Who did what? (Chi ha fatto cosa?)
CERNAN: What? (Che cosa?)
STAFFORD: Who did it? (Chi l’ha fatta?) (Laughter) (Risate)
CERNAN: Where did that come from? (Quello da dove arriva?)
STAFFORD: Give me a napkin quick. There’s a turd floating through the air. (Svelti, datemi un fazzoletto, c’è una cacca che fluttua nell’aria)

Il resto, con la traduzione, è nell'articolo di Lega Nerd.

Una volta tanto non è un pesce d'aprile o una bufala: è un dialogo realmente accaduto, documentato dalla NASA qui, a pagina 414 della trascrizione ufficiale delle conversazioni, durante il sesto giorno di viaggio. E non è l'unico del suo genere: a pagina 364 sembra che gli astronauti abbiano lasciato delle feci nel modulo lunare prima di sganciarlo, ottenendo il discutibile primato della “prima cacca in orbita intorno al Sole” (il modulo fu infatti abbandonato in modo che si inserisse in un'orbita solare). L'argomento si ripropone anche a pagina 419, con un altro UFO (unidentified fecal object) di cui disquisiscono in termini di adesività e consistenza.

Come è possibile che questa storia emerga soltanto ora, dopo più di quattro decenni? Lega Nerd spiega che le trascrizioni audio sono state declassificate “da poco”, ma non è esatto: in realtà la declassificazione avvenne non più di 12 anni dopo la missione (quindi nel 1981) e le trascrizioni sono disponibili su Internet da vari anni (lo so perché le ho collezionate anni fa). Su Archive.org c'è anche l'audio. Fra l'altro, gli affari di gabinetto di Apollo 10 erano già citati online a gennaio dell'anno scorso su Tumblr e nell'esilarante libro Packing for Mars di Mary Roach (2010).

La ragione per cui s'è parlato solo di recente di questo aneddoto (con un picco intorno al primo di aprile che ha alimentato il sospetto che fosse una bufala) è che la conversazione non fu ascoltata via radio da Terra e quindi non arrivò alle orecchie dei giornalisti: la discussione fa infatti parte delle registrazioni dell'audio di bordo, non delle registrazioni delle comunicazioni radio.

Queste conversazioni di bordo venivano registrate su bobine (i dettagli sono sul blog del progetto Moonscape) che venivano poi trascritte con calma dopo il termine della missione. Per via della loro schiettezza, inizialmente erano classificate “confidential” e quindi non venivano divulgate. Ci vuole la pazienza di un appassionato per sfogliare centinaia di pagine di conversazioni tecniche e snidare chicche come questa.

Proprio perché erano registrazioni destinate a restare riservate, gli astronauti si lasciavano andare con un candore che contrasta fortemente con la formalità e l'ufficialità delle comunicazioni radio pubbliche; nei dialoghi di bordo il turpiloquio e le battute salaci abbondano.

Ma come mai c'erano feci fluttuanti in cabina? Senza entrare eccessivamente nei particolari, nei veicoli usati per le missioni lunari non c'era un gabinetto, per cui gli astronauti dovevano arrangiarsi per una dozzina di giorni usando dei sacchetti dall'imboccatura adesiva che venivano applicati, come dire, nel posto giusto al momento giusto. Non c'era privacy e non era un'operazione comoda o facile, per cui gli incidenti erano frequenti. Sullo Shuttle e sulla Stazione Spaziale Internazionale c'è un vero e proprio gabinetto, che funziona tramite aspirazione ma comunque richiede una certa precisione di allineamento. Ma questa è un'altra storia.



Antibufala: i problemi di gabinetto degli astronauti lunari

7 de Abril de 2013, 21:00, por Desconhecido - 0sem comentários ainda

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “manuela.coc*”.

Lega Nerd ha pubblicato oggi un articolo nel quale viene citato uno spezzone decisamente insolito delle conversazioni degli astronauti John Young, Gene Cernan e Tom Stafford durante la missione Apollo 10, la prova generale dell'allunaggio, avvenuta fra il 18 e il 26 maggio 1969. Lo spezzone ha suscitato una certa ilarità mista a incredulità, perché gli astronauti stanno discutendo su chi dei tre sia l'autore di una cacca che fluttua in cabina. Ecco un brano dell'austero dibattito:

STAFFORD: Oh – Who did it? (Chi l’ha fatta?)
YOUNG: Who did what? (Chi ha fatto cosa?)
CERNAN: What? (Che cosa?)
STAFFORD: Who did it? (Chi l’ha fatta?) (Laughter) (Risate)
CERNAN: Where did that come from? (Quello da dove arriva?)
STAFFORD: Give me a napkin quick. There’s a turd floating through the air. (Svelti, datemi un fazzoletto, c’è una cacca che fluttua nell’aria)

Il resto, con la traduzione, è nell'articolo di Lega Nerd.

Una volta tanto non è un pesce d'aprile o una bufala: è un dialogo realmente accaduto, documentato dalla NASA qui, a pagina 414 della trascrizione ufficiale delle conversazioni, durante il sesto giorno di viaggio. E non è l'unico del suo genere: a pagina 364 sembra che gli astronauti abbiano lasciato delle feci nel modulo lunare prima di sganciarlo, ottenendo il discutibile primato della “prima cacca in orbita intorno al Sole” (il modulo fu infatti abbandonato in modo che si inserisse in un'orbita solare). L'argomento si ripropone anche a pagina 419, con un altro UFO (unidentified fecal object) di cui disquisiscono in termini di adesività e consistenza.

Come è possibile che questa storia emerga soltanto ora, dopo più di quattro decenni? Lega Nerd spiega che le trascrizioni audio sono state declassificate “da poco”, ma non è esatto: in realtà la declassificazione avvenne non più di 12 anni dopo la missione (quindi nel 1981) e le trascrizioni sono disponibili su Internet da vari anni (lo so perché le ho collezionate anni fa). Su Archive.org c'è anche l'audio. Fra l'altro, gli affari di gabinetto di Apollo 10 erano già citati online a gennaio dell'anno scorso su Tumblr e nell'esilarante libro Packing for Mars di Mary Roach (2010).

La ragione per cui s'è parlato solo di recente di questo aneddoto (con un picco intorno al primo di aprile che ha alimentato il sospetto che fosse una bufala) è che la conversazione non fu ascoltata via radio da Terra e quindi non arrivò alle orecchie dei giornalisti: la discussione fa infatti parte delle registrazioni dell'audio di bordo, non delle registrazioni delle comunicazioni radio.

Queste conversazioni di bordo venivano registrate su bobine (i dettagli sono sul blog del progetto Moonscape) che venivano poi trascritte con calma dopo il termine della missione. Per via della loro schiettezza, inizialmente erano classificate “confidential” e quindi non venivano divulgate. Ci vuole la pazienza di un appassionato per sfogliare centinaia di pagine di conversazioni tecniche e snidare chicche come questa.

Proprio perché erano registrazioni destinate a restare riservate, gli astronauti si lasciavano andare con un candore che contrasta fortemente con la formalità e l'ufficialità delle comunicazioni radio pubbliche; nei dialoghi di bordo il turpiloquio e le battute salaci abbondano.

Ma come mai c'erano feci fluttuanti in cabina? Senza entrare eccessivamente nei particolari, nei veicoli usati per le missioni lunari non c'era un gabinetto, per cui gli astronauti dovevano arrangiarsi per una dozzina di giorni usando dei sacchetti dall'imboccatura adesiva che venivano applicati, come dire, nel posto giusto al momento giusto. Non c'era privacy e non era un'operazione comoda o facile, per cui gli incidenti erano frequenti. Sullo Shuttle e sulla Stazione Spaziale Internazionale c'è un vero e proprio gabinetto, che funziona tramite aspirazione ma comunque richiede una certa precisione di allineamento. Ma questa è un'altra storia.



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